La Chiesa cattolica ha fatto della cura del creato un principio fondamentale della fede per secoli, molto prima che Papa Francesco scrivesse la Laudato si’ e collocasse quei millenni di insegnamento cattolico nel contesto dell’attuale crisi ecologica.

Mentre migliaia di cristiani in tutto il mondo in questo mese  celebrano il Tempo ecumenico del Creato, tutti noi possiamo trovare ulteriore ispirazione da questi 10 santi, la cui passione e amore per il creato di Dio possono ancora oggi motivarci ad agire.

1. San Filippo Neri, 1515-1595

San Filippo Neri è meglio conosciuto per la sua fondazione del Movimento Oratorio, ma viene anche ricordato e celebrato per aver abbracciato il vegetarianesimo.

Neri ha abbracciato la dieta per il benessere degli animali. Quando gli venivano dati degli uccelli, li liberava e preferiva lasciare scappare le mosche da una finestra piuttosto che schiacciarle.

La sua cura si estendeva anche agli animali terrestri: lasciava che i topi catturati fuggissero al sicuro e spesso esprimeva simpatia per gli animali portati al macello.

Festa: 26 maggio

2. Sant’ Agostino, 354-430

Quiz a sorpresa: la citazione qui di seguito riportata, “cose ​​come topi e pulci che sono reali ma scomode”, proviene dalla Laudato si’ o da Sant’Agostino?

“Questa preferenza è così forte che, se ne avessimo il potere, li aboliremmo del tutto dalla natura, ignorando il posto che occupano nella natura o, sebbene lo sappiamo, sacrificandoli a nostra convenienza. “

Tali avvertimenti contro l’egocentrismo nei confronti della natura mostrano ancora una volta come la Chiesa cattolica sia stata a lungo interessata a prendersi a cuore tutto il creato di Dio.

Arthur O. Ledoux, professore di filosofia e docente presso l’Augustinian Study and Legacy al Merrimack College negli Stati Uniti, ha trattato il profondo amore di Sant’Agostino per il creato in “Il Sant’Agostino verde: Imparare a amare bene la natura.”

“Per Agostino l’ideale sarebbe stato vedere la natura come la vede Dio, sentirne profondamente sia la sua bellezza che la sua impermanenza, amare la natura senza aggrapparsi ad essa”, scrive Arthour Ledoux.

“Con una visione così chiara sarebbero sopraggiunti  l’amore e la motivazione per un’azione sostenuta e opportuna”.

Festa: 28 agosto

3. Santa Ildegarda di Bingen, 1098-1179

Re e regine, vescovi e papi cercarono il consiglio di Santa Ildegarda. La monaca benedettina era forse la più esperta nell’ammirare e apprezzare ogni creatura.

Tra le sue parole più ispiratrici:

  • “La Terra sostiene l’umanità. Non deve essere ferita; non deve essere distrutta. “
  • “Ogni creatura è uno specchio scintillante e brillante di divinità.”
  • “Il Creato è il canto di Dio.”
  • “L’umanità è chiamata a co-creare, in modo che possiamo coltivare il terreno e quindi creare il celeste.”

“Nella visione del mondo di Ildegarda, un raggio di sole, la fragranza di un fiore o il movimento aggraziato di un cigno erano tutti partecipi al sacro coro della creazione”, ha scritto Cynthia Overweg in una storia intitolata  “Ildegarda di Bingen: la suora che ha amato la Terra.”

Festa: 17 settembre

4. Santa Teresa di Lisieux, 1873-1897

Sebbene avesse avuto solo 24 anni quando morì, Santa Teresa lasciò dietro di sé una pila di scritti, quasi istruzioni su come ammirare e meravigliarsi, sentirsi  in soggezione davanti al  creato.

Le citazioni qui di seguito riportate provengono dalla Società del Piccolo Fiore, un’organizzazione dedita a diffondere la devozione alla santa.

“Lontano all’orizzonte potevamo vedere le grandi montagne … la vista di queste bellezze ha lasciato una profonda impressione nei miei pensieri; mi sembrava di iniziare già a capire la grandezza di Dio e le meraviglie del cielo”.

“La luce del sole che gioca sui cedri, gioca su ogni minuscolo fiore come se fosse l’unico esistente; e allo stesso modo nostro Signore ha un interesse speciale per ogni anima “.

Festa: 1 ottobre

5. San Benedetto, 480-547

San Benedetto, il padre del monachesimo occidentale, ha visto il suo amore per il creato diffondersi in tutto il mondo già dalla sua morte, più di 1.400 anni fa.

Uno dei voti per i benedettini è la “stabilitas”, l’idea che si dovrebbe essere radicati in una comunità e in un luogo e stabilire un rapporto di cura e connessione proprio con quel luogo .

L’Abate Padre John Klassen, OSB, scrive, “Come monaci benedettini, vogliamo essere persone che ‘restano in un luogo abbastanza a lungo da permettere agli spiriti di influenzarci’. Arrivando a conoscere profondamente un luogo. . . le comunità monastiche prenderanno decisioni con una migliore comprensione delle loro conseguenze “.

Festa: 11 luglio

 

6. San Francesco d’Assisi, 1181-1226

Da dove cominciare con San Francesco d’Assisi, patrono dell’ecologia? Forse Papa Francesco descrive meglio il suo tempo pieno di Spirito sulla Terra:

“Era un mistico e un pellegrino che viveva con semplicità e in una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso. In lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore” (LS 10).

Festa: 4 ottobre, giornata conclusiva del Tempo del Creato

7. Santa Kateri Tekakwitha, 1656-1679

Santa Kateri Tekakwitha aveva 20 anni quando è stata battezzata, ma la sua vita ancora illumina la strada a tutti coloro che cercano di vivere in maggiore comunione con il creato.

Nel luglio 1677, Santa Kateri veniva trattata come un’emarginata nella sua comunità e riceveva minacce a causa della sua fede. Così, ha viaggiato per due mesi e più di 200 miglia di boschi e fiumi fino alla missione cattolica di San Francesco Saverio a Sault Saint-Louis in Canada

Lì,  ha vissuto con altri cattolici indigeni e ha continuato a dedicare la sua vita a Dio. La sua eredità è onorata oggi da molte organizzazioni, tra cui il Saint Kateri Conservation Center, che aiuta le organizzazioni e le famiglie a convertire i loro appezzamenti di terra o cortili in habitat sani che onorano la vita della santa patrona dei nativi americani e delle prime nazioni, l’ecologia e l’ambiente.

Scopri di più: Il Centro St. Kateri celebra la Laudato Si’

Festa: 14 luglio

8. San  Kevin di Glendalough, 498 (presumibilmente) -618

“È un ritorno alla semplicità che ci permette di fermarci a gustare  le piccole cose, di ringraziare delle possibilità che offre  la vita. . . ” (LS 222)

San Kevin era il modello della semplicità. Viveva in una grotta a circa 30 piedi sopra l’acqua, secondo il Centro  Eremo Glendalough. Mangiava poco e dormiva sui sassi.

Diventò anche amico di tutte le creature, proprio come avrebbe fatto San Francesco d’Assisi 700 anni dopo.

Festività: 3 Luglio

9. San Giovanni Paolo II, 1920-2005

San Giovanni Paolo II, durante i suoi ventisette anni di pontificato, ha invitato i cattolici a prendersi cura del creato e a vivere una “conversione ecologica”. Lui già la viveva a livello personale: trovava spesso tempo per il creato, l’escursionismo e lo sci nella sua nativa Polonia e altrove.

Nel 2001, durante un’udienza generale, ha affermato: “Purtroppo, se lo sguardo percorre le regioni del nostro pianeta, ci si accorge subito che l’umanità ha deluso l’attesa divina. Soprattutto nel nostro tempo, l’uomo ha devastato senza esitazioni pianure e valli boscose, inquinato le acque, deformato l’habitat della terra, reso irrespirabile l’aria,. . .”

“Occorre, perciò, stimolare e sostenere la ‘conversione ecologica’, che in questi ultimi decenni ha reso l’umanità più sensibile nei confronti della catastrofe verso la quale si stava incamminando.”

Festa: 22 ottobre

 

10. San Giovanni della Croce, 1542-1591

La vita, le azioni e gli scritti di San Giovanni della Croce sono così significativi che Papa Francesco ha dedicato una sezione della Laudato si’’ al santo spagnolo:

“Se ammira la grandezza di una montagna, non può separare questo da Dio, e percepisce che tale ammirazione interiore che egli vive deve depositarsi nel Signore: «Le montagne hanno delle cime, sono alte, imponenti, belle, graziose, fiorite e odorose. Come quelle montagne è l’Amato per me. Le valli solitarie sono quiete, amene, fresche, ombrose, ricche di dolci acque. Per la varietà dei loro alberi e per il soave canto degli uccelli ricreano e dilettano grandemente il senso e nella loro solitudine e nel loro silenzio offrono refrigerio e riposo: queste valli è il mio Amato per me».”