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A cura della dott.ssa Mudita Menona Sodder, RSCJ

La trasfigurazione è un’esperienza personale unica quando siamo toccati dalla Presenza Divina e veniamo profondamente cambiati. Per chi lo vive è un momento trasformativo e liberatorio.

L’intimità con Dio, la giustizia per il popolo di Dio e l’amore per l’umanità possono preparare il terreno per questi incontri divini gratuiti. Gesù ha avuto molte di queste esperienze, ma ciò che celebriamo oggi è ciò che Gesù ha vissuto sul monte Tabor alla presenza dei suoi discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni.

La santità di Gesù è simboleggiata dalla luce. Si trasfigurò davanti a loro  e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime (Marco 9,3). Gesù appariva radioso e incandescente e  emetteva una luce diversa, ineffabile.

Mosè ed Elia stavano parlando con Lui e quando Pietro, sopraffatto dalla soggezione, reagì suggerendo di fare tre tende, una nuvola li coprì e una voce dichiarò:«Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!» (Mc 9,8). Questo mostra che Dio era “molto compiaciuto di Lui”.

Mosè ed Elia scomparvero, la voce si fermò e solo il Gesù umano e ordinario era visibile. Raccomandò, però,  loro di non dire a nessuno ciò che avevano visto fino alla Resurrezione.

La domenica è il giorno della Resurrezione e il primo giorno della settimana in cui Dio ha creato tutto, compresa la biodiversità nell’universo. Inoltre, Dio ha creato gli esseri umani a sua immagine e somiglianza! In questo contesto, la Trasfigurazione sul monte Tabor è straordinariamente speciale, poiché rappresenta la certezza che la primizia della nuova creazione di Dio sarà l’umanità risorta del Signore, garanzia della trasfigurazione finale di tutta la realtà creata» (LS 237). Non è fantastico?

Quando viviamo il totale altruismo, ascoltando attentamente, e usiamo la Teoria U di Otto Scharmer, le capacità di ascolto generativo, o la filosofia del dialogo di Martin Buber, “Ascoltare come abbracciare l’altro”, nel quale i due diventano uno, diventiamo uno con Dio e tutte le sue creature.

Mosè simboleggiava la legge e l’alleanza, mentre Elia simboleggiava i profeti. Mosè ed Elia rassicurano Gesù che deve adempiere la legge e la profezia. Gesù aveva bisogno di questa rassicurazione perché era umano come noi in tutti gli aspetti, tranne che nel peccato.

Quando obbediamo alla legge e al patto di Dio e ascoltiamo i profeti che Egli ci manda, sperimentiamo barlumi della maestà di Dio spesso visti, rivelati e realizzati in momenti così trasfigurativi della nostra vita quotidiana, come l’aureola dopo un buon ritiro autentico o una confessione (Sacramento della Riconciliazione), un “momento di scoperta” mentre si vede qualcosa di squisita bellezza nella natura o altrove, o il tocco gentile di una mano amorevole e compassionevole in un momento di grande dolore e dispiacere o guarigione o l’estasi dell’amore.

In tali momenti il nostro volto rivela il bagliore e la radiosità dell’incontro con il Divino. Se la grandezza dello splendore di un incontro con il Divino è così grande, quanto più grande potrà essere lo splendore o la magnificenza di Dio?

La dott.ssa Mudita Menona Sodder, RSCJ, Sophia College, Mumbai, è coordinatrice GPSC per RSCJ India. È presidente della Comunità dei Missologi Indiani e membro del comitato editoriale del Catholic News Update of Asia.

Spunti per la Riflessione: 

  • Cosa significa per te la Trasfigurazione oggi? 
  • Tutti abbiamo avuto momenti trasfigurativi nella nostra vita. Torna indietro nella memoria ed elenca tre di questi eventi, tre momento in cui il Divino ti ha toccato a un livello molto profondo.

Questa storia è inserita ne L’Incontro Laudato Si’ di Agosto. La risorsa spirituale è prodotta mensilmente per gli Animatori Laudato Si’, i Circoli Laudato Si’ e i fedeli cattolici per aiutarli ad avvicinarsi al nostro Creatore. Puoi trovare l’intera risorsa, così come le edizioni passate, qui.