Photo credit: Rosie Heaton

Dal 31 ottobre al 12 novembre si svolgerà a Glasgow, in Scozia, la COP26 con l’obiettivo di accelerare l’azione verso gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici.

Da cattolici, cos’altro dovremmo sapere sulla Conferenza sul Cambiamento Climatico e perché dovremmo preoccuparci di questo vitale vertice delle Nazioni Unite?

Perché la COP26 è importante?

La COP26 è un’opportunità per i governi di mostrare come proteggeranno la nostra casa comune. Hanno preso degli  impegni –  che vengono chiamati Contributi Determinati a livello Nazionale – che comunicano al mondo  come si prenderanno cura della nostra casa comune.

La COP26 di Glasgow è un’enorme opportunità per i governi del mondo di intraprendere azioni grandi e audaci e mostrare come si prenderanno cura della nostra casa comune, promettendo di ridurre le emissioni di gas serra e realizzare una transizione giusta verso l’energia pulita.

Come parte del tanto celebrato accordo di Parigi, i paesi si riuniranno ogni cinque anni e spiegheranno come intendono rafforzare i loro impegni per raggiungere gli obiettivi dell’accordo, vale a dire limitare l’aumento della temperatura globale in questo secolo a 2 gradi sopra livelli industriali e cercare di raggiungere gli 1,5 gradi Celsius.

Approfondisci: Cos’è la COP26?

In questo momento, il mondo non è in corsa per raggiungere questo obiettivo, per cui questo è un momento decisivo per i leader mondiali di fissare obiettivi ambiziosi e raggiungerli. Ogni decimo di grado di riscaldamento avrà un enorme impatto su quanti milioni di nostri fratelli e sorelle soffrono a causa di un peggioramento della crisi climatica e su quanti danni infliggiamo al creato di Dio.

La COP26 arriva anche dopo che un’altra serie di rapporti delle Nazioni Unite e degli scienziati hanno chiarito che, se vogliamo raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi, dobbiamo scegliere un futuro più pulito e lasciare i combustibili fossili nel sottosuolo.

L’importante rapporto sul clima delle Nazioni Unite all’inizio di quest’anno ha affermato che c’è ancora tempo per raggiungere gli obiettivi di Parigi, ma solo se “nei prossimi decenni si verificheranno profonde riduzioni delle emissioni di CO2 e di altri gas serra”.

La COP26 è il momento per il mondo di impegnarsi in tali riduzioni e rispondere all’urgente chiamata a prendersi cura della nostra casa comune.

Perché i cattolici dovrebbero preoccuparsi della COP26?

I cattolici dovrebbero preoccuparsi della COP26 perché la nostra fede richiede che ci prendiamo cura della creazione di Dio e dei più vulnerabili, entrambi devastati dalla crisi climatica distruttiva.

Due dei principi fondamentali della Dottrina Sociale della Chiesa sono direttamente collegati alla crisi climatica: l’opzione per i poveri e i vulnerabili e la cura del creato di Dio. La crisi ecologica e l’emergenza climatica stanno distruggendo la creazione di Dio e i nostri fratelli e le nostre sorelle più poveri e vulnerabili stanno soffrendo di più, nonostante abbiano poco a che fare con le emissioni di gas serra che causano le crisi.

Santi e Papi hanno chiarito per secoli – letteralmente secoli – che, come cattolici e persone di fede, dobbiamo prenderci cura del creato di Dio. Già nel XII secolo, Santa Ildegarda di Bingen disse: “La Terra sostiene l’umanità. Non deve essere danneggiata; non deve essere distrutta”. Quindi, prendersi cura della creazione di Dio è qualcosa che è stato per secoli una punto fondamentale della fede cattolica.

Papa Francesco ha ispirato i cattolici di tutto il mondo con la sua enciclica Laudato si’. Il potente documento ha aiutato 1,2 miliardi di cattolici nel mondo a capire meglio che “tutto è connesso” e ha inserito millenni di dottrina cattolica nel contesto della crisi ecologica e dell’emergenza climatica odierne.

Su una base più pratica e quotidiana, la crisi climatica sta colpendo tutti noi sotto forma di temperature più calde e condizioni meteorologiche più estreme, entrambe condizioni che, secondo gli scienziati, sono più comuni in un pianeta Terra più caldo.

Gli scienziati affermano che i gravi eventi meteorologici su un pianeta più caldo – uragani più forti, siccità più estreme e più ondate di calore, tra gli altri – continueranno a verificarsi e peggioreranno più a lungo se continueremo a produrre emissioni di gas serra, riscaldando il nostro pianeta sempre di più.

Perché i giovani cattolici dovrebbero preoccuparsi del cambiamento climatico e della biodiversità?

Questo è il loro futuro. Sono loro  i leader che possono portare a compimento questo processo. Rimodellare i nostri sistemi energetici e creare un futuro più resiliente e più pulito sarà un processo lungo decenni che stanno già in qualche modo conducendo e che, alla fine, termineranno per condurre totalmente.

Guarda: I giovani in prima linea nella crisi climatica

Anche la crisi climatica li colpirà più di chiunque altro. Il loro futuro, purtroppo, è destinato a essere carico di eventi meteorologici più estremi di qualsiasi altra generazione. È letteralmente in gioco il loro futuro.

I giovani hanno anche l’opportunità di crearne uno  davvero diverso. Possono decidere il futuro che creeranno e tracciare una linea e dire: ”Niente più combustibili fossili”, e lavorare, poi, instancabilmente per creare quello per la nostra casa comune.

Cosa possono fare le persone comuni? Cosa dovrebbero fare?

In questo momento, firmare la petizione Pianeta Sano, Persone Sane. Decine di organizzazioni religiose si sono unite e hanno lanciato la petizione Pianeta Sano, Persone Sane, che invita i governi a fare quattro cose alla COP26 e alla Conferenza delle Nazioni Unite sulla Biodiversità, che si terrà in presenza nell’aprile 2022:

  1. Affrontare insieme l’emergenza climatica e la crisi della biodiversità.
  2. Limitare il riscaldamento a 1,5 gradi Celsius e promettere niente più perdita di biodiversità.
  3. Garantire un’azione globale equa, compreso il sostegno alle persone più colpite.
  4. Proteggere e rispettare i diritti umani, compresi i diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali nell’azione per il clima e la biodiversità.

Cosa vorrebbero vedere venire fuori dalla COP26 il Movimento Laudato Si’ e i suoi membri?

  • Più ambizione: obiettivi nazionali aggiornati a breve termine sull’azione per il clima e la biodiversità che riflettano l’equa quota nazionale dei paesi dello sforzo globale per raggiungere un limite di 1,5 gradi Celsius al riscaldamento e un nuovo obiettivo globale per proteggere il 50 per cento della natura.
  • Promesse mantenute: consegna garantita degli impegni finanziari esistenti e un accordo su nuovi obiettivi che supportano l’adattamento, la mitigazione, le perdite e i danni nei paesi in via di sviluppo.
  • Trasformazione catalizzata: uno stop a tutte le nuove infrastrutture per i combustibili fossili e il reindirizzamento dei sussidi distruttivi verso energie rinnovabili socialmente reattive e approcci agricoli agro-ecologici.
  • Priorità dei diritti: riaffermare e rispettare gli obblighi di tutela e rispetto dei diritti umani, compresi, in particolare, i diritti dei popoli indigeni e delle comunità locali nell’azione per il clima e la biodiversità.
  • Sinodalità: la Chiesa, gli scienziati e i governi lavorano tutti insieme e si impegnano in questo processo attraverso un dialogo consapevole.
Come possono essere coinvolte le persone dopo la COP26?

Contattare il proprio negoziatore nazionale, scoprire di più sul Contributo Determinato a livello Nazionale del proprio paese e lavorare per mantenere il proprio paese e la propria comunità sulla buona strada. Ciò significa chiamare funzionari eletti, significa lavorare per prendersi cura del creato di Dio nella propria comunità,significa parlare della crisi climatica con amici e familiari. Tutto conta ed è importante.

Trovare e guidare azioni locali che si prendono cura del creato di Dio; sostenere soluzioni climatiche e opporsi a nuovi progetti di combustibili fossili; collaborare con i membri della comunità per proteggere la biodiversità e iniziare a prepararsi per la Conferenza delle Nazioni Unite sulla Biodiversità, che si terrà in presenza nell’aprile 2022 in Cina.

Per saperne di più sulla COP26: