La migliore sintesi della Laudato Si’? Ci sono molte opzioni.

Il modo migliore, però, per comprendere appieno la Laudato Si’ e gli insegnamenti di Papa Francesco non è leggerne un semplice riassunto, ma leggere e studiare   la lettera enciclica di 184 pagine. Per cogliere veramente i messaggi di Papa Francesco, dovrai leggere la Laudato si’ più di una volta.

Ma può anche essere utile rivedere di tanto in tanto un riassunto della Laudato Si’ e ricordare come Papa Francesco, facendo affidamento su migliaia di anni di insegnamento cattolico, invita tutti noi a vivere la nostra fede prendendoci cura della nostra casa comune.

Di seguito, il Movimento Cattolico Mondiale per il Clima riporta alcune sintesi della Laudato Si’ che, una volta messe in pratica, vi aiuteranno a dare vita all’enciclica di Papa Francesco nella vostra comunità.

Condividiamo anche uno dei migliori riassunti in un foglio  (entrambi i lati del foglio in questo caso) che abbiamo reperito. Per il testo che viene riportato qui di seguito è doveroso ringraziare Kevin Cotter di focusoncampus.org

Sintesi della Laudato Si’ 

L’Enciclica Laudato Si’ di papa Francesco è un campanello d’allarme mondiale per aiutare l’umanità a comprendere la distruzione che l’uomo sta causando all’ambiente e ai suoi simili.

Pur affrontando direttamente l’ambiente, il campo di applicazione del documento è, per molti versi, più ampio in quanto esamina non solo l’effetto dell’uomo sull’ambiente, ma anche le numerose cause filosofiche, teologiche e culturali che minacciano i rapporti dell’uomo con la natura e l’uomo con gli altri esseri umani, in varie circostanze.

Questo documento è, per molti versi, l’epitome di Papa Francesco. È un argomento inaspettato. Presenta verità evangeliche e lancia una sfida a ogni credente (e anche ai non credenti). Papa Francesco fin dall’inizio afferma l’obiettivo del documento: “In questa Enciclica, mi propongo specialmente di entrare in dialogo con tutti riguardo alla nostra casa comune” (n.3). Normalmente i documenti pontifici sono indirizzati ai vescovi della Chiesa o ai fedeli laici, ma, come nel caso della Pacem in terris di San Giovanni XXIII, Papa Francesco rivolge il suo messaggio a tutte le persone.

L’obiettivo del dialogo: “Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti”. (n. 14). Questo è il cuore del documento, ma papa Francesco rivolge un appello alla conversione molto suggestivo anche a coloro che sono nella Chiesa.

“La crisi ecologica è un appello a una profonda conversione interiore. Tuttavia dobbiamo anche riconoscere che alcuni cristiani impegnati e dediti alla preghiera, con il pretesto del realismo e della pragmaticità, spesso si fanno beffe delle preoccupazioni per l’ambiente. Altri sono passivi, non si decidono a cambiare le proprie abitudini e diventano incoerenti. Manca loro dunque una conversione ecologica, che comporta il lasciar emergere tutte le conseguenze dell’incontro con Gesù nelle relazioni con il mondo che li circonda. Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana.” (#217) 

Resumen de Laudato Si'

Foto de Religion Digital

Sintesi della Laudato Si’  – Riassunto dei capitoli e citazioni 

CAPITOLO UNO – QUELLO CHE STA ACCADENDO ALLA NOSTRA CASA COMUNE

Obiettivo: “Le riflessioni teologiche o filosofiche sulla situazione dell’umanità e del mondo possono suonare come un messaggio ripetitivo e vuoto, se non si presentano nuovamente a partire da un confronto con il contesto attuale, in ciò che ha di inedito per la storia dell’umanità. Per questo, prima di riconoscere come la fede apporta nuove motivazioni ed esigenze di fronte al mondo del quale facciamo parte, propongo di soffermarci brevemente a considerare quello che sta accadendo alla nostra casa comune.” (#17).

Messaggio “Ma osservando il mondo notiamo che questo livello di intervento umano, spesso al servizio della finanza e del consumismo, in realtà fa sì che la terra in cui viviamo diventi meno ricca e bella, sempre più limitata e grigia, mentre contemporaneamente lo sviluppo della tecnologia e delle offerte di consumo continua ad avanzare senza limiti. In questo modo, sembra che ci illudiamo di poter sostituire una bellezza irripetibile e non recuperabile con un’altra creata da noi.” (#34).

CAPITOLO DUE  – IL VANGELO DELLA CREAZIONE

Obiettivo: “Perché inserire in questo documento, rivolto a tutte le persone di buona volontà, un capitolo riferito alle convinzioni di fede? Sono consapevole che, nel campo della politica e del pensiero, alcuni rifiutano con forza l’idea di un Creatore, o la ritengono irrilevante, al punto da relegare all’ambito dell’irrazionale la ricchezza che le religioni possono offrire per un’ecologia integrale e per il pieno sviluppo del genere umano. Altre volte si suppone che esse costituiscano una sottocultura che dev’essere semplicemente tollerata. Tuttavia, la scienza e la religione, che forniscono approcci diversi alla realtà, possono entrare in un dialogo intenso e produttivo per entrambe.” (#62).

Messaggio: “Noi non siamo Dio. La terra ci precede e ci è stata data… Anche se è vero che qualche volta i cristiani hanno interpretato le Scritture in modo non corretto, oggi dobbiamo rifiutare con forza che dal fatto di essere creati a immagine di Dio e dal mandato di soggiogare la terra si possa dedurre un dominio assoluto sulle altre creature..

È importante leggere i testi biblici nel loro contesto, con una giusta ermeneutica, e ricordare che essi ci invitano a « coltivare e custodire » il giardino del mondo (cfr Gen 2,15). Mentre « coltivare » significa arare o lavorare un terreno, « custodire » vuol dire proteggere, curare, preservare, conservare, vigilare. Ciò implica una relazione di reciprocità responsabile tra essere umano e natura.Ogni comunità può prendere dalla bontà della terra ciò di cui ha bisogno per la propria sopravvivenza, ma ha anche il dovere di tutelarla e garantire la continuità della sua fertilità per le generazioni future.” (#67)

CAPITOLO TRE – LA RADICE UMANA DELLA CRISI ECOLOGICA 

Obiettivo: “A nulla ci servirà descrivere i sintomi, se non riconosciamo la radice umana della crisi ecologica. Vi è un modo di comprendere la vita e l’azione umana che è deviato e che contraddice la realtà fino al punto di rovinarla. Perché non possiamo fermarci a riflettere su questo? Propongo pertanto di concentrarci sul paradigma tecnocratico dominante e sul posto che vi occupano l’essere umano e la sua azione nel mondo.” (#101).

Messaggio: “Possiamo perciò affermare che all’origine di molte difficoltà del mondo attuale vi è anzitutto la tendenza, non sempre cosciente, a impostare la metodologia e gli obiettivi della tecnoscienza secondo un paradigma di comprensione che condiziona la vita delle persone e il funzionamento della società. (Gli effetti dell’applicazione di questo modello a tutta la realtà, umana e sociale, si constatano nel degrado dell’ambiente, ma questo è solo un segno del riduzionismo che colpisce la vita umana e la società in tutte le loro dimensioni. Occorre riconoscere che i prodotti della tecnica non sono neutri, perché creano una trama che finisce per condizionare gli stili di vita e orientano le possibilità sociali nella direzione degli interessi di determinati gruppi di potere.(#107).

CAPITOLO QUATTRO  – UN’ ECOLOGIA INTEGRALE 

Obiettivo: “Dal momento che tutto è intimamente relazionato e che gli attuali problemi richiedono uno sguardo che tenga conto di tutti gli aspetti della crisi mondiale, propongo di soffermarci adesso a riflettere sui diversi elementi di una ecologia integrale, che comprenda chiaramente le dimensioni umane e sociali.” (#137).

Messaggio: “Ma nello stesso tempo diventa attuale la necessità impellente dell’umanesimo, che fa appello ai diversi saperi, anche quello economico, per una visione più integrale e integrante. Oggi l’analisi dei problemi ambientali è inseparabile dall’analisi dei contesti umani, familiari, lavorativi, urbani, e dalla relazione di ciascuna persona con sé stessa, che genera un determinato modo di relazionarsi con gli altri e con l’ambiente.” (#141).

CAPITOLO CINQUE – ALCUNE LINEE DI ORIENTAMENTO E DI AZIONE

Obiettivo: “Ho cercato di prendere in esame la situazione attuale dell’umanità, tanto nelle crepe del pianeta che abitiamo, quanto nelle cause più profondamente umane del degrado ambientale. Sebbene questa contemplazione della realtà in sé stessa già ci indichi la necessità di un cambio di rotta e ci suggerisca alcune azioni, proviamo ora a delineare dei grandi percorsi di dialogo che ci aiutino ad uscire dalla spirale di autodistruzione in cui stiamo affondando.” (#163).

Message: “L’interdipendenza ci obbliga a pensare a un solo mondo, ad un progetto comune. Ma lo stesso ingegno utilizzato per un enorme sviluppo tecnologico, non riesce a trovare forme efficaci di gestione internazionale in ordine a risolvere le gravi difficoltà ambientali e sociali. Per affrontare i problemi di fondo, che non possono essere risolti da azioni di singoli Paesi, si rende indispensabile un consenso mondiale.” (#164)

CAPITOLO  SEI – EDUCAZIONE E SPIRITUALITA’ ECOLOGICA

Obiettivo: “Molte cose devono riorientare la propria rotta, ma prima di tutto è l’umanità che ha bisogno di cambiare. Manca la coscienza di un’origine comune, di una mutua appartenenza e di un futuro condiviso da tutti. Questa consapevolezza di base permetterebbe lo sviluppo di nuove convinzioni, nuovi atteggiamenti e stili di vita. Emerge così una grande sfida culturale, spirituale e educativa che implicherà lunghi processi di rigenerazione.” (#202).

Messaggio: “Ricordiamo il modello di san Francesco d’Assisi, per proporre una sana relazione col creato come una dimensione della conversione integrale della persona. Questo esige anche di riconoscere i propri errori, peccati, vizi o negligenze, e pentirsi di cuore, cambiare dal di dentro.” (#218).

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