Marco 14, 12-16 ;  22-26

«Nell’Eucaristia il creato trova la sua maggiore elevazione» (LS 236)

La rappresentazione del sacro è molto presente nella visione del mondo indigeno, soprattutto attraverso simboli ed elementi della natura. Un esempio di ciò si trova nell'”Altare Maya”, che si addobba soprattutto in America Centrale. Viene solitamente preparato davanti all’altare della messa, con fiori e candele colorate, secondo le quattro direzioni dell’universo, e con i frutti della terra. Ciò che colpisce è che dopo le varie preghiere, dirette secondo i punti cardinali, tutti i fedeli si recano al centro dell'”Altare Maya” e elevano una preghiera per acclamare Gesù Cristo, “cuore del cielo e cuore della terra”, nella quale si unisce l’umano al divino, il cielo e terra, il centro della vita cristiana e il cuore della celebrazione (cfr F. Arizmendi). A volte l'”Altare Maya” viene anche preparato per l’adorazione del Santissimo Sacramento. Così simboli e preghiere, espressione olistica della realtà, si uniscono alla presenza eucaristica di Gesù Cristo. Ho voluto condividere questa esperienza, tipica della mia cultura, perché ritengo che esprima chiaramente il valore della creazione nel Mistero eucaristico, tema su cui rifletteremo in questo spazio, nel quadro della solennità del Corpo e Sangue di Cristo. 

Il Vangelo di questa domenica ci presenta il dono più prezioso che la Chiesa può avere nel suo cammino nella storia: il Mistero eucaristico (cfr EE 9). Da quell’ultima cena, e attraverso i secoli, nell’umile segno del pane e del vino, Gesù Cristo nostro Signore continua a donare se stesso, la sua persona, il suo Corpo e il suo Sangue: «Prendete, questo è il mio corpo… questo è il mio sangue» (Mc 14,22-23). È davvero sorprendente considerare che pane e vino, frutti della terra e del lavoro umano, siano stati gli elementi scelti da nostro Signore per perpetuare la sua presenza viva in mezzo a noi. L’enciclica Laudato si’ esprime questa verità eccezionale: “Il Signore, al culmine del mistero dell’Incarnazione, volle raggiungere la nostra intimità attraverso un frammento di materia. Non dall’alto, ma da dentro, affinché nel nostro stesso mondo potessimo incontrare Lui» (LS 236). E così è, niente di più vero e bello, avere Gesù Cristo presente sotto le sembianze del pane e del vino, e ancor più, mangiandolo nelle specie consacrate. È così, senza ulteriori spiegazioni, Gesù Cristo è realmente presente nell’Eucaristia. «Non vedere», esorta san Cirillo di Gerusalemme, «nel pane e nel vino dei semplici e naturali elementi, perché il Signore ha detto espressamente che sono il suo corpo e il suo sangue: la fede te lo assicura, benché i sensi ti suggeriscano altro» (EE 15 ).

La consapevolezza della presenza reale di Gesù Cristo nel pane e nel vino consacrati non fa che elevare il nostro pensiero e chiederci: come non abbracciare la creazione in modo diverso? Dalla nostra fede nell’Eucaristia non solo possiamo valorizzare ancora di più il mondo creato, ma possiamo anche, uniti al creato, rendere grazie a Colui che ci ha creati. Si può dire che questa scoperta nell’Eucaristia ci unisce realmente a tutto il cosmo in un’unica lode, perché «Unito al Figlio incarnato, presente nell’Eucaristia, tutto il cosmo rende grazie a Dio» (LS 236). Allo stesso modo, il grande Mistero della presenza reale di Cristo negli elementi naturali, in cui Cristo abbraccia e penetra tutto il creato, è fonte di luce e motivazione per le nostre preoccupazioni per l’ambiente (cfr LS 236). Per finire, ti suggerisco di fare un semplice esercizio: quando partecipi all’Eucaristia, sii estremamente consapevole del momento in cui il sacerdote consacra il pane e il vino. Puoi anche visitare Gesù sacramentato nella tua parrocchia, o in un tempio vicino a te o in cammino. Nella tua visita eucaristica, sii consapevole di essere uniti a tutto il cosmo nel lodare il Creatore, e rendi grazie a Gesù Cristo, che attraverso gli elementi naturali è diventato tuo compagno e tuo cibo.

Preghiera: Adoro Te devotamente, oh Dio nascosto,sotto queste apparenze Ti celi veramente. A te tutto il mio cuore si abbandona, perché, contemplandoTi, tutto vien meno. La vista, il tatto, il gusto, in Te si ingannano, ma solo con l’udito si crede con sicurezza.Credo tutto ciò che disse il Figlio di Dio, nulla è più vero di questa parola di verità…Pane vivo, che dai vita all’uomo, concedi al mio spirito di vivere di Te, e di gustarTi in questo modo sempre dolcemente.” (Adoro te devotamente. San Tommaso d’Aquino).

Autrice: Gladys De la Cruz Castañón HCJC
Sorella Catechista di Gesù Crocifisso.
Laureata in Catechetica e candidata al Dottorato in Catechetica presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma.
Fa parte della Delegazione Diocesana di Catechesi a Santiago de Compostela, in Spagna.
Volontaria nel Movimento Cattolico Mondiale per il Clima.