(Nairobi, 21 giugno 2022) Il Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar (SECAM) ha pubblicato quest’oggi una dichiarazione in cui si esortano i Governi a intraprendere azioni urgenti ed ambiziose per proteggere la biodiversità. È la prima volta che la Chiesa africana prende posizione pubblicamente in questo ambito. Il testo è stato presentato nel corso di un evento svoltosi a Nairobi (Kenya), dove si stanno svolgendo le sessioni preparatorie per il summit delle Nazioni Unite sulla Biodiversità (COP15), che si terrà in Cina entro la fine dell’anno. La dichiarazione ha potuto contare sul sostegno della Rete Ecclesiale per il bacino del Congo (REBAC) e del Movimento Laudato Si’ (MLS).

Sulla linea tracciata da Papa Francesco nella sua enciclica Laudato si’, il documento ritiene che la cura della natura – in quanto creazione di Dio – e dei più vulnerabili vadano di pari passo. In questo senso, si avverte: “Non abbiamo il diritto di distruggere la biodiversità”. Per questo motivo i Vescovi del SECAM si sono uniti a quanti chiedono che il 50% della terra diventi area protetta entro il 2030. Inoltre, il documento chiede il rispetto dei diritti delle popolazioni indigene e l’abbandono immediato della costruzione dell’oleodotto dell’Africa Orientale. Infine, i prelati invitano i governi, in particolare quelli del Nord del mondo, a essere trasparenti e a dar conto del loro operato, e nel contempo ricordano loro i loro impegni finanziari per arrestare la perdita di biodiversità e promuoverne il recupero. 

Emergenza climatica e crisi della biodiversità

Una menzione speciale della dichiarazione del SECAM è riservata alla biomassa del bacino del fiume Congo, che è la seconda foresta tropicale più grande del mondo. Lì, il disboscamento illegale e abusivo, insieme all’accaparramento delle terre legato all’agricoltura industriale, mettono a rischio la sopravvivenza delle popolazioni indigene e delle specie in via di estinzione. Inoltre, il documento sottolinea come l’emergenza climatica e la crisi della biodiversità siano strettamente legate. Il motivo è che la distruzione della biomassa provoca la perdita di una risorsa chiave per assorbire il diossido di carbonio nell’atmosfera, cosa che aiuta a mitigare il riscaldamento globale. Clima e biodiversità, quindi, sono due facce della stessa medaglia e, per questo, vanno affrontate insieme. Allo stesso modo, il problema ecologico è inseparabile dal suo aspetto sociale. Come sottolinea la dichiarazione, questi abusi contro la biodiversità colpiscono comunità vulnerabili che da secoli si prendono cura di questi ecosistemi, e generano anche diversi conflitti sociali. 

La dichiarazione “Il SECAM richiede un’azione urgente per raggiungere un ambizioso quadro globale della biodiversità post-2020” è firmata dal vescovo Sithembele Sipuka, vicepresidente del SECAM stesso. Il documento è stato diffuso quest’oggi in occasione di un avvenimento organizzato da SECAM, REBAC e MLS a Nairobi Nel corso dell’evento sono intervenuti P. Joshtrom Issac Kureethadam, del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale (Vaticano), e rappresentanti di diverse organizzazioni. Tra queste, hanno partecipato River Above Asia Oceania Ecclesial Network (RAOEN), Friends of Lake Turkana, Justice, Peace and Integrity of Creation Franciscans Africa (JPICFA) e Association of Member Episcopal Conferences in Eastern Africa (AMECEA). 

L’atto La posizione della Chiesa cattolica all’evento COP15 ha coinciso con l’incontro nella capitale del Kenya del gruppo di lavoro sul quadro globale della biodiversità post-2020, che sta preparando la Convenzione delle Nazioni Unite sulla Biodiversità (COP15) che si svolgerà in Cina alla fine del 2022. I promotori del manifesto hanno consentito ai leader mondiali partecipanti al vertice di firmare la Petizione Pianeta Sano, Persone Sane. Ciò può avvenire attraverso il sito web: https://healthyplanetandpeople.org/it 

Circa il Movimento Laudato Si’ (MLS)

Il Movimento Laudato Si’ serve la famiglia cattolica di tutto il mondo per trasformare la lettera enciclica di Papa Francesco Laudato Si’ in azione per la giustizia climatica ed ecologica. Gli sforzi del Movimento Laudato Si’ per costruire un movimento di base attingono ai doni comuni di quasi 800 organizzazioni membro e migliaia di volontari locali che aiutano a vivere il messaggio della Laudato Si’.
Per maggiori informazioni: https://prev.laudatosimovement.org/it 

Circa il Simposio delle Conferenze Episcopali dell’Africa e del Madagascar (SECAM)

Il SECAM è nato dal desiderio dei vescovi africani, in occasione del Concilio Vaticano II (1962-1965), di istituire un forum dove poter parlare con una sola voce sulle questioni relative alla Chiesa in Africa. La creazione del SECAM è, quindi, il risultato della volontà dei vescovi di costruire una struttura continentale per portare la visione africana a tutta la Chiesa.
Per maggiori informazioni: https://secam.org 

Circa la Rete Ecclesiale per il Bacino del Congo (REBAC)

Nel marzo 2015, a Windhoek (Namibia) le Commissioni Giustizia e Pace Regionale e Nazionale del Simposio delle Conferenze Episcopali dell’Africa e del Madagascar (SECAM) hanno lanciato l’idea della creazione della Rete Ecclesiale per il Bacino del fiume Congo (REBAC), sull’esempio della Rete Ecclesiale Pan-Amazzonica (REPAM). L’iniziativa, nella sua fase iniziale, aveva come obiettivo i 6 paesi della foresta equatoriale (Camerun, Gabon, Guinea Equatoriale, Repubblica Centrafricana, Repubblica del Congo, Repubblica Democratica del Congo). La preoccupazione per questi “polmoni della biodiversità” ha l’incoraggiamento di Papa Francesco: “Ricordiamo… quei polmoni del pianeta colmi di biodiversità che sono l’Amazzonia e il bacino fluviale del Congo…” (Laudato Si’, 38). Nel febbraio 2016 il comitato permanente del SECAM ha approvato il progetto (Secam position paper sulla creazione della rete ecclesiale africana per la protezione della foresta del bacino del Congo). Nel luglio 2016 l’Assemblea Plenaria del SECAM a Luanda ha confermato il programma REBAC.
Per maggiori informazioni: https://rebaccongobassin.org