
San Giovanni Battista in carcere, Victor Meirelles, 1852, Museo nazionale delle belle arti, Rio de Janiero
Da Antonio Caschetto
Domenica 11 dicembre
III DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A
Mt 11, 2-11
Il Cammino Laudato Si’ che accompagna le domeniche di Avvento verso il Natale del Signore, in questa domenica “Gaudete” ci offre un assaggio della gioia del Natale. I paramenti rosacei, e non più viola, ci ricordano che non dobbiamo attendere una data fissata per incontrare Gesù che nasce, ma ogni giorno può essere un kairos che ci cambia la vita.
Come domenica scorsa, anche oggi il personaggio centrale è Giovanni Battista, icona del nostro stato d’animo nel tempo di Avvento. La cosa curiosa è che oggi rischiamo di rimanere delusi, come avviene quando vediamo giocare un ex calciatore alle partite di beneficenza o sentiamo un cantante che con gli anni ha perso la sua forza vocale di un tempo.
Giovanni, che prima annunciava con le urla nel deserto un battesimo di conversione, oggi si confronterà proprio con la sua attesa, con il proprio io, con la sincerità della sua umiltà, e ha ancora da dirci tanto sul nostro vivere la fede e il rapporto con Dio.

Foto di Nathan Cowley, pexels.com
«Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». L’unica cosa che sa fare il Battista, dal carcere, è una domanda. E’ stupendo vedere come il profeta vero, attraverso i suoi discepoli, non stia lì a dispensare saggezza, ma vive sinceramente nell’atteggiamento dell’attesa, che è la cifra di tutti i profeti dell’Antico Testamento di cui lui rappresenta il culmine e la conclusione.
La domanda del Battista esprime un dubbio. L’essere umano, per sua natura, è curiosità, chi non è curioso è morto, almeno interiormente. Giovanni si lascia accarezzare dal dubbio, perché è profeta fino in fondo. Cristo si manifesta con un atteggiamento e con un linguaggio a lui estranei, perché in fondo sono atteggiamento e linguaggio di Dio. Se ci fosse stata piena adesione alle previsioni, sarebbe stata adesione alle sue idee, e non Dio! Quindi il dubbio di Giovanni conferma la sua grandezza. Dio sogna sempre più grande dei nostri sogni più belli.
Ma noi, nella nostra vita, attendiamo un altro? Siamo tranquilli con gli idoli che ci facciamo, con Dio a nostra immagine e somiglianza, o ci lasciamo sorprendere da lui? La risposta di Gesù apre alla verità, facendo esperienza con i sensi di ciò che si può testimoniare. La fede nasce da un incontro reale, non c’è nulla da spiegare: “Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete”. Nei miracoli descritti, guarigione di ciechi, storpi, lebbrosi, sordi, morti e poveri, c’è la sintesi delle azioni di Cristo con l’umanità ferita dal peccato e dalla fragilità.
E qui c’è spazio per una beatitudine, fuori dal Capitolo 5 e dal discorso della montagna: “E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!” Chi è il beato? Qui è la risposta al dubbio del Battista, nella misura in cui accetta la spogliazione di Dio e lo accetta non solo nella potenza dei miracoli, ma anche nella sua povertà di spirito, nella sua mitezza, e nell’autoritratto delle beatitudini. Se Giovanni non si scandalizza della povertà di Dio, allora è beato. Se noi non ci scandalizziamo di trovare Dio nel povero, nel creato che grida, nel sacerdote umano e fragile, anche noi partecipiamo della beatitudine del profeta.
«Che cosa siete andati a vedere nel deserto?». La domanda che Gesù rivolge alle folle, un po’ la rivolge a noi ancora oggi. Quando focalizziamo lo sguardo sugli uomini, su bravi parroci o frati, o interessanti predicatori; quando il nostro sguardo si ferma a storie di santi o beati, o alla figura affascinante del Papa, e diamo per scontato Dio. Quando chiediamo i miracoli ai santi, o li ringraziamo per le grazie ricevute, è come se Gesù questa domenica ci inviti tutti a vedere con le giuste proporzioni. “Fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui”.
Preghiamo il Signore affinché in questa domenica ci aiuti a vivere con vera umiltà, con le parole di San Francesco di Assisi, che diceva: “Beato il servo che viene trovato così umile tra i suoi sudditi come quando fosse tra i suoi padroni. Beato il servo che si mantiene sempre sotto la verga della correzione. E’ servo fedele e prudente colui che di tutti i suoi peccati non tarda a punirsi, interiormente per mezzo della contrizione ed esteriormente con la confessione e con opere di riparazione” (FF 173).
Vi auguriamo di cuore una buona domenica!
Laudato si’!
Stupenda raccolta di spunti da rianalizzare e mettere in pratica
Laudato Si
È più facile essere nel tempo in cui vediamo subito le risposte da Dio e meno facile essere invece nel tempo dell’attesa …personalmente l’attesa quando l’ho vissuta , durante la malattia di mio figlio, motivo di conversione per noi genitori, non è stata sempre facile , non che dubitassi di Dio ma ho vissuto sentimenti contrastanti, paura, fiducia , speranza, scoraggiamento , frustrazione, ma sempre Dio era la mia stella polare, durante quel periodo di attesa Gesù ha lavorato nel mio cuore facendomi sperimentare comunque la sua presenza e portandomi il più possibile a un abbandono nelle sue mani… Facile dirsi meno a farsi ma nel momento più duro , quando mio figlio improvvisamente si trova in fine di vita terrena, il voler mettere tutto nelle mani di Dio e quindi abbandonare ogni cosa alla sua volontà è stato per me motivo di grande pace e serenità… Sono aperta alla grandezza di Dio, alla sua Sapienza infinita , ai suoi miracoli , desiderosa di essere stupita da Lui che mi ama infinitamente e che vive in mezzo a noi e di collaborare nel mio piccolo, col Suo progetto di salvezza per ogni uomo…non a caso Dio mi ha chiamata ad incontrarlo e seguirlo attraverso la koinonia Giovanni Battista dal lontano 2003, anno della mia nuova nascita spirituale.
Mi viene una domanda per il nostro tempo, xche sembra che tergiversare su tutto, sembra siamo sempre in attesa…ma è questo il tempo di fare qualcosa per Il Creato? Anche qui i segni sono chiari, esondazioni, alluvioni, desertificazione, scioglimento ghiacciai, migrazioni climatiche…abbiamo ancora dubbi? Quelli che vestono il potere sono troppo agiati per uscire da lì e agire…ecco è venuto il momento di noi tutti profeti di Gesù! Umili ma pieni dello Spirito che ci guida con il Cabtit9 delle Creature w la Laudato Si…buina 3′ domenica di Avvento
Chiediamo a Giovanni Battista il dono del coraggio, quello di gridare, denunciare, annunciare. E quando siamo imprigionati nelle nostre sofferenze, fragilità ed assaliti dalla solitudine e dubbi
anche allora il coraggio di gridare a Dio
nella consapevolezza che Lui ci darà la capacità di vedere i segni della sua presenza nella nostra vita e sentire l abbraccio della sua misericordia.
Chiediamo a Giovanni Battista il dono del coraggio, quello di gridare, denunciare, annunciare. E quando siamo imprigionati nelle nostre sofferenze, fragilità ed assaliti dalla solitudine e dubbi
anche allora il coraggio di gridare a Dio
nella consapevolezza che Lui ci darà la capacità di vedere i segni della sua presenza nella nostra vita e sentire l abbraccio della sua misericordia.
Ottima lettura Grazie 1000!