Giovedì mattina, 5 ottobre, nei Giardini Vaticani, in Largo della Radio, davanti alla Palazzina Leone XIII, si è tenuta la conferenza stampa “Laudate Deum: voci e testimonianze sulla crisi climatica”, per presentare la nuova esortazione apostolica  di Papa Francesco.

Matteo Bruni, Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha introdotto i relatori che hanno partecipato, sia in presenza che a distanza. Hanno partecipato con le loro testimonianze Ridhima Pandey, protagonista del film “La Lettera” e Alessandra Sarmentino, Animatrice Laudato Si’ dell’Arcidiocesi di Palermo.

In primo luogo, Giorgio Leonardo Renato Parisi, premio Nobel per la fisica (2021) ha detto: “Può sembrare un po’ strano avere un documento papale che inizia con una spiegazione scientifica”. Tuttavia ha spiegato perché il Santo Padre ha ritenuto necessario farlo in questo modo.

Parisi ha ricordato come, nonostante i tentativi di relativizzare i segnali del cambiamento climatico, “essi sono molto evidenti, sono qui tra noi”. Allo stesso tempo, ha spiegato come anche le ondate di freddo siano un effetto del riscaldamento globale. Siamo di fronte a un “problema umano e sociale”, ha aggiunto, con la proposta di un piano globale per lo sviluppo delle energie rinnovabili, soprattutto nei Paesi a basso reddito.

Sono seguiti gli interventi online di Vandana Shiva, scienziata, attivista e ambientalista, e Carlo Petrini, sociologo e attivista. Shiva ha esordito dicendo: “Il Papa ci ricorda che siamo tutti connessi, uniti alle creature attraverso Dio” e ha incoraggiato lo sviluppo di “un diverso tipo di economia”, “un sistema che tenga conto del ruolo della Terra”.

Da parte sua Petrini ha fatto riferimento al “momento drammatico” che la Laudate Deum invita a riportare alla coscienza. “Otto anni dopo la Laudato Si’ non sono stati fatti grandi passi. Al contrario, la nostra terra è compromessa”, ha detto. Per questo ha incoraggiato ad avere “una posizione più forte”.

Poi Jonathan Safran Foer, scrittore americano, ha esordito esprimendo la sua emozione per l’urgenza del messaggio del Papa. Safran Foer ci ha invitato a risvegliare la nostra coscienza collettiva e ha affermato che il “peggior peccato del negazionismo” è “fingere preoccupazione e non fare nulla”.

Luisa-Marie Neubauer, leader dei Fridays for Future in Germania, ha fatto riferimento all’azione dei giovani, incoraggiata soprattutto da Papa Francesco, e ha invitato i giovani ad unirsi alla rivoluzione culturale. Anche se ha parlato di ciò che la spaventa e la scuote riguardo alla crisi, ha riposto la sua speranza nella Laudate Deum e negli sforzi degli attivisti.

Sono seguite una serie di testimonianze: Benoit Halgand, Co-fondatore delle organizzazioni giovanili francesi “Per un risveglio ecologico” e “Lutte et Contemplation”; e Jubran Ali Mohammed Ali, un giovane libico.

Poi Ridhima Pandey, nella sua testimonianza, ha sottolineato che il Papa parla di “crisi” climatica e questo ci dà una visione di urgenza. Ha chiesto azione e rispetto per la biodiversità. Alessandra Sarmentino, dal canto suo, ha parlato di una serie di catastrofi avvenute nella sua regione. Vale la pena celebrare il Tempo del Creato dopo tutto questo?, si è chiesta, invitando ad avere una cittadinanza attiva come fa lei con la sua partecipazione al Movimento Laudato Si’.