Il Summit Italia-Africa si è appena tenuto a Roma dal 28 al 29 gennaio, attirando l’attenzione sulla proposta di un Piano Mattei per l’Africa e le sue potenziali implicazioni per lo sviluppo del continente africano. Nell’ambito di queste discussioni, organizzazioni della società civile africana (OSC) hanno inviato una lettera al governo italiano, articolando le principali priorità e preoccupazioni riguardo all’ordine del giorno del vertice.
La lettera, firmata da varie organizzazioni della società civile africane, incluso il Movimento Laudato Si’, sottolinea l’importanza fondamentale dell’azione africana e dell’autodeterminazione nel plasmare il futuro del continente. È un appello all’azione, che sottolinea che il destino dell’Africa deve essere determinato dagli africani stessi, liberi dalle ombre del colonialismo storico e dello sfruttamento esterno.
La presenza dei leader africani al vertice Italia-Africa solleva interrogativi sulla misura in cui stanno guidando l’agenda del continente. La priorità di iniziative esterne come il Summit Italia Africa rispetto a iniziative regionali come il vertice del G77 appena concluso in Uganda evidenzia la necessità che i leader africani affermino la propria sovranità e diano priorità alle iniziative in linea con gli obiettivi di sviluppo dell’Africa.
Approfondire le relazioni tra Africa e Italia
Il crescente numero di rifugiati climatici sottolinea l’urgente necessità di strategie di sviluppo sostenibile che affrontino le cause profonde dello sfollamento e della migrazione. La vulnerabilità dell’Africa ai cambiamenti climatici aggrava le sfide esistenti, rendendo imperativo per gli sforzi di sviluppo dare priorità alle misure di rafforzamento della resilienza e di adattamento.
Le critiche al Piano Mattei evidenziano preoccupazioni circa le sue origini, obiettivi e potenziali impatti. Il piano prende il nome da Enrico Mattei, fondatore della compagnia petrolifera nazionale ENI, la forte associazione con l’industria dei combustibili fossili solleva interrogativi sul suo allineamento con gli obiettivi di sviluppo dell’Africa. Trasparenza e inclusività sono essenziali per garantire che il Piano Mattei rifletta i bisogni reali delle comunità africane e rimanga non paternalistico nei confronti delle persone dell’Africa.
La risposta delle organizzazioni della società civile africane
In risposta al Piano Mattei, le organizzazioni della società civile africane hanno espresso le loro preoccupazioni e priorità. Nell’ambito della campagna Don’t Gas Africa, queste organizzazioni hanno diffuso una lettera congiunta che invita il governo italiano a riconsiderare il suo approccio. La loro enfasi sulla costruzione di infrastrutture per l’energia rinnovabile, sulla promozione della sovranità alimentare e sull’incentivazione del rafforzamento economico risuonano con richieste più ampie di autodeterminazione africana.
L’Africa si trova ad affrontare una miriade di sfide che ne ostacolano lo sviluppo, tra cui gli oneri del debito estero, lo spazio limitato della politica fiscale e la dipendenza dalle industrie estrattive. Superare queste sfide richiede sforzi concertati per affrontare le carenze strutturali e promuovere percorsi di sviluppo sostenibile.
Mentre si sviluppano le discussioni sul Piano Mattei, è imperativo ascoltare le voci delle organizzazioni della società civile africane e dare priorità alle loro preoccupazioni e priorità. Mettendo al centro i bisogni e le aspirazioni delle comunità africane, è possibile realizzare un vero partenariato e uno sviluppo sostenibile. La lettera serve a ricordare che il futuro dell’Africa deve essere plasmato dagli africani stessi, in collaborazione con gli alleati globali impegnati per la giustizia e la solidarietà.