
“I combustibili fossili non sono riusciti ad alimentare l’Africa. Hanno lasciato 600 milioni di persone senza accesso all’energia e causato una crisi sanitaria, con 950 milioni di persone che inalano fumi tossici ogni giorno.”
— Frederik Njehu, Responsabile per la politica globale, Fair Share, Greenpeace Africa
Nonostante si trovino ad affrontare condizioni globali profondamente ingiuste, paesi come il Kenya stanno emergendo come voci autorevoli a favore della giustizia climatica. In un recente forum di alto livello a Nairobi, Frederik Njehu ha sottolineato la necessità di un piano globale, un meccanismo che vada oltre l’Accordo di Parigi per affrontare la causa principale del collasso climatico: i combustibili fossili.
Un piano di questo tipo è già in atto attraverso il Trattato di Non Proliferazione dei Combustibili Fossili, che prevede una transizione rapida, equa e interamente finanziata verso un futuro basato sulle energie rinnovabili. Per il Kenya, che punta al 100% di energia rinnovabile entro il 2035, questo trattato offre sia supporto pratico che solidarietà globale. Ma è più di una semplice politica. È una chiamata morale.
Le comunità parlano: un trattato per le persone e il pianeta
In tutto il Kenya, le comunità in prima linea si stanno mobilitando per difendere il proprio futuro. Moses Ole Kipaliash, leader della comunità Masai e ambientalista, ha dichiarato:
“Sosteniamo la richiesta di un trattato sui combustibili fossili perché vogliamo proteggere la nostra terra per le generazioni future e fermare i danni causati dall’inquinamento. Esortiamo le altre comunità e i nostri leader a schierarsi al nostro fianco e a unirsi a questo sforzo globale”.
I Masai sono ora il primo popolo indigeno in Africa ad approvare ufficialmente il trattato, unendosi alle 11 nazioni indigene amazzoniche che già chiedono un mondo libero dai combustibili fossili.
La fede come bussola morale
In tutto il Kenya, i leader religiosi stanno riaffermando che la cura del creato è una sacra responsabilità. Radicati in diverse tradizioni spirituali, si uniscono per chiedere un’azione coraggiosa di fronte alla crisi climatica.
Hakeem Khalid, del SUPKEM e del Consiglio Interreligioso del Kenya, ha sottolineato:
“Proteggere l’ambiente e tutto il creato è un imperativo morale. Sostenere il trattato sui combustibili fossili è un percorso fondamentale per salvaguardare la natura e garantire una transizione equa e finanziata verso un futuro rinnovabile.”
Iniziative come “Faith Beyond Fossil Fuels” riflettono un movimento crescente all’interno della comunità religiosa globale, che vede la giustizia ecologica non solo come una preoccupazione ambientale, ma come una chiamata profondamente spirituale e morale. Ispirate da insegnamenti come quelli contenuti nella Laudato Si’, le comunità in tutta l’Africa (ma non solo) stanno accogliendo questa chiamata con urgenza e speranza.

I giovani: la generazione della speranza guidata dalla tecnologia
I giovani africani sono tra i più colpiti dal cambiamento climatico, eppure stanno anche promuovendo soluzioni innovative. Muthoni Kariukia la Presidente di Green Age Warriors e Miss Turismo Africa 2022, lo ha affermato in modo semplice:
“Dare potere ai giovani è essenziale per combattere la crisi climatica. La nostra generazione è pronta: siamo guidati dalla tecnologia e impegnati nella causa.”
Il Movimento Laudato Si’ continua a sostenere e ad amplificare i giovani leader per il clima che mobilitano le loro comunità in nome della giustizia, della cura del creato e della solidarietà intergenerazionale.
Il ruolo del Kenya nella leadership globale sul clima
Il Kenya vanta una comprovata esperienza di leadership coraggiosa in materia di clima. Il suo ambizioso obiettivo di raggiungere il 100% di energia rinnovabile e il suo ruolo di influenzatore regionale lo rendono una voce essenziale nella spinta per un Trattato sui Combustibili Fossili.
Prince Papa, attivista africano per l’iniziativa del trattato, ha affermato:
“Sostenere la richiesta di un trattato sui combustibili fossili non solo consoliderebbe la leadership del Kenya in materia di clima, ma sbloccherebbe anche i finanziamenti e i trasferimenti tecnologici internazionali necessari per raggiungere gli obiettivi nazionali”
Il momento è adesso
Insieme, comunità religiose, popolazioni indigene, giovani, società civile e movimenti come il Movimento Laudato Si’, stiamo proclamando che l’era dei combustibili fossili deve finire. E con il Kenya che si fa avanti, intravediamo un futuro giusto, rinnovabile e pieno di speranza.
Perché proteggere la nostra casa comune non è solo un atto ambientale, è un atto di fede.





