
(Foto di Trace Hudson da pexels.com)
Domenica 15 dicembre 2024
III DOMENICA DI AVVENTO – ANNO C
Commento al Vangelo della domenica
Lc 3,10-18
Il vangelo di questa terza domenica di Avvento prosegue dopo alcuni versetti il passo in cui veniva presentato il Battista. Adesso vediamo le folle che dialogano con il profeta. Questo dialogo prosegue quel “razza di vipere” che usa Giovanni, l’invettiva verso gli uomini “generati dalle vipere”, figli del serpente, della menzogna. Il nostro mondo è popolato dal male, da figli delle tenebre, da menzogna. Dopo aver detto che ogni uomo vedrà la salvezza di Dio, il Battista tira fuori il male, il grido della terra e dei poveri.
E quindi il popolo, scandalizzato da queste parole, lo interroga. Il profeta non ha il compito di predire il futuro, ma aiuta il popolo a comprendere il presente, a dare un significato alle contraddizioni del mondo. Tre categorie di persone interrogano Giovanni Battista: le folle, cioè la gente comune; i pubblicani, cioè chi si arricchisce con le tasse, odiati da tutti; e i soldati, cioè l’espressione delle armi, la violenza. Tutti chiedono: che fare? La domanda che ci facciamo ogni giorno, nei nostri errori, nei nostri dubbi, nella nostra libertà. Gli animali non hanno libero arbitrio, agiscono per istinto, e non sbagliano mai. L’uomo invece si trova ogni giorno davanti a un bivio, e a più di uno. Intelligenza e volontà per capire “cosa fare”.
Le risposte di Giovanni sembrano minimali, quasi banali: dai una tunica, non rubare troppo, non fare violenze. Sembrano risposte ovvie, ci aspettiamo quasi che un “eccentrico” come il profeta che mangiava cavallette e vestiva di pelli selvatiche debba essere più rivoluzionario, che contrasti veementemente il potere. Invece le risposte minano alla base il nostro modo di vivere: vestirsi e cibarsi, necessità primarie, dove poter sperimentare una nuova economia della fraternità. Non più “a ciascuno il suo” in cui la legge è imposta da chi vince, con denaro e armi. Questo concetto di giustizia viene smentito da Giovanni: chi ha due tuniche, ne dia una al fratello. Qui è la giustizia di Dio, incomprensibile agli uomini.
Vivere con sobrietà, non accumulare. I beni del pianeta sono per tutti, non servono per dividerci, ma per creare una vera comunione! Perché fare le guerre per accumulare il petrolio, per divorare le risorse del pianeta, e difenderci dagli altri popoli per possedere queste ricchezze? Quando impariamo questo, il mondo cambierà! Non contesta le tasse, neppure il dominio romano che potrebbe assicurare giustizia. Ma chiede che le tasse possano servire al bene comune! Per giunta le armi possono essere “giuste”, se servono a mantenere la giustizia.
San Francesco riesce ad andare pure oltre, quando fa riferimento a Cristo e al suo messaggio integrale: “Il Signore comanda nel Vangelo: “Attenzione, guardatevi da ogni malizia e avarizia”, e: “Guardatevi dalle preoccupazioni di questo mondo e dalle cure di questa vita”. Poiché non dobbiamo avere né attribuire alla pecunia e al denaro maggiore utilità che ai sassi. E il diavolo vuole accecare quelli che desiderano e li stimano più dei sassi. Badiamo, dunque, noi che abbiamo lasciato tutto, di non perdere, per si poca cosa, il Regno dei cieli” (FF 28).
Che fare? In questo Avvento si aprono le domande sulla nostra economia, sui beni, sul potere. Vogliamo veramente il bene comune? Un’economia della fraternità? Lo desideriamo? Giovanni ha un grande successo, e si chiedono se sia lui il Messia. La sua risposta è stupenda: vi battezzo nell’acqua, segno di morte; chi viene dopo di me, vi battezza in Spirito e fuoco, segno di vita. Dio compie la nostra umanità incontrandoci nel nostro limite, attraverso il suo giudizio, facendo fuori il male.
Il ventilabro fa volare via la pula, il superfluo, e salva il grano. Noi al contrario facciamo, con il setaccio, l’operazione opposta, ci fissiamo sui difetti dell’altro. Allora, continuiamo a camminare verso questo incontro, con il desiderio di un mondo veramente migliore, illuminato dalla Parola di Dio.
Buona terza domenica di Avvento!






❤️ GRAZIE PER AIUTARCI A PREPARARE L’ASCOLTO DEL VANGELO OGNI DOMENICA
Grazie a te Sara, spero aiuti a vivere l’Eucaristia con un po’ di consapevolezza in più
Grazie per questo bellissimo commento condiviso. In questa terza domenica di Avvento, domenica della gioia, chiediamo la conversione del cuore per accogliere con gioia il Signore che viene ad abitare in mezzo a noi.
Il Signore ci doni questa gioia. Tu, fin dal tuo nome, sei un’apostola della gioia…
È curioso in questo brano come tre categorie di persone interrogano Giovanni Battista: le folle, i pubblicani e i soldati. Tutti chiedono: che fare? Chiedere a un eremita, in mezzo al deserto, come vivere ogni giorno. Grazie per questa riflessione. Buona domenica
Grazie Giuseppe, a volte un consiglio autorevole arriva da chi meno te lo aspetti
Il faro di questa nuova epoca di grandi povertà e di esclusi dovrebbe essere, come diceva Gandi, profeta della pace e non violenza, “vivere semplicemente, per permettere agli altri semplicemente di vivere”; monito che consentirebbe di agire con sobrietà non perdendo di vista il regno dei cieli
Grazie Silvana cara, “vivere semplicemente, per permettere agli altri semplicemente di vivere”. Era diventato anche lo slogan per una campagna sul cibo. Quanto abbiamo bisogno di sobrietà, per vivere nella giustizia!
Frase che mi è entrata nel cuore…il desiderio di un mondo veramente migliore, illuminato dalla Parola di Dio!
Grazie di cuore e buona terza domenica d’avvento!
Grazie Anastasia, un augurio per questa terza domenica di Avvento è che il cuore si infiammi di questo desiderio
Il male, in questo mondo, permea tutto e tutti in questa realtà duale. Giovanni ci indica la via per trasformare , come alchimisti, il piombo maligno nell’ oro divino. Prepara i cuori per la Nuova Alleanza e le anime per la salvezza che Gesù sta per donarci. Come è attuale questo richiamo alla conversione. È tempo di fare scelte radicali : o vipere figli di vipere o uomini figli di Dio. Grazie per tutto Antonio e scusa se ho esagerato..
Grazie Fabrizio, non si esagera di fronte a un profeta del deserto…
Che bello camminare insieme alle tue parole Antonio…noi scegliamo ogni giorno chi seguire…il Buon Pastore ci dà lo Spirito per imparare ad accenderci di bontà…di bontà…una parola da recuperare…non come immaginetta…come fuoco per scaldare i cuori…
Grazie Daniela, la Parola di Dio scalda il nostro cuore, quando ci mettiamo in ascolto…
Grazie per la tua riflessione al Vangelo di Luca, come sempre ricca di spunti.
Giovanni è una figura emblematica, lo sappiamo bene. Colui che prepara la strada al Cristo è un uomo pratico, semplice che compie la giustizia di Dio.
Il male fa credere all’uomo di poter essere sopra tutto e tutti e questo divide, allontana, complica la vita. È un illusione credere il contrario. Eppure, forse, è più semplice pensare che “mio” sia più importante di “nostro” o meglio di “condividere” senza abusare. Siamo egoisti a tal punto da illuderci che questa sia scelta più giusta. Dobbiamo camminare ancora e molto, tutti assieme. Dobbiamo setacciare via il superfluo e fare avanzare il grano. Buona domenica e buon cammino.
Esatto Maria Grazia, mi piace l’immagine del setaccio, il deserto in cui si svolge la scena evoca questo strumento. Se “setacciamo” la nostra vita, possiamo scoprire la bellezza della sobrietà
Grazie mille per questo bel momento di condivizione della Parola. Andiamo insieme verso il Signore che arriva. Una Domenica piena dell’amore di Dio.
Grazie fra Silvio, camminiamo insieme!
San Francesco chiama sorella acqua “umile e casta”, e dice proprio bene perché la prima forma di vita è sorta dall’ acqua, e dov’è acqua c’è vita. Casta vuol dire proprio questo “apertura alla vita” un matrimonio casto è quello dove si accoglie la vita. Ora l’acqua del battesimo dà vita, così l’acqua di Lourdes o di Collevalenza è fonte di vita, e anche di grazia.
Grazie Mario, il riferimento all’acqua come “morte” è legato alla cultura ebraica del tempo, in cui il mare è luogo del pericolo, contrapposto al fuoco che è segno di vita. Pensiamo alle Vestalia romane che proteggeva o la civitas. Bello come, per noi, questo segno invece sia fonte di vita, portatore di fecondità.
“vi battezzo nell’acqua, segno di morte; chi viene dopo di me, vi battezza in Spirito e fuoco, segno di vita” . Bellissimo
Grazie Stefano, qui il senso della novità di Cristo rispetto alla legge è ai profeti
Grazie Antonio, ci fa bene respirare l’aria dell’Avvento, anticipa la gioia del Natale. Giovanni Battista ci dice come preparare la strada a Gesù che viene. C’è bisogno di aria pulita, di conversione di vita per essere pronti ad accogliere Gesù: fare bene e in maniera onesta quello che facciamo tutti i giorni e condividere i nostri beni con gli altri. Se proviamo a fare questo Gesù trova la strada pronta alla sua venuta. Ci penserà lui, poi, con la sua parola a far germogliare in noi la vita nuova.
Vero Gioacchino, c’è bisogno di aria nuova. Che questo tempo di Avvento ci aiuti a convertire il cuore
Grazie Antonio come sempre ci aiuti a riflettere e meditare la Parola 🙏 contiunuamo a camminare insieme seguiamo la luce che ci guida verso una gioia infinita. Buona terza domenica di Avvento a tutti
Buon cammino Daniela cara. Grazie mille
Si mi sento di dire che voglio impegnarmi per il bene comune,desidero un’economia di fraternità,ma la strada da intraprendere non é sempre facile da individuare e allora chiedo a Lui che me la indichi.Grazie Antonio per accompagnarci in questo periodo d’Avvento, certo io seguo la liturgia ambrosiana e le letture sono diverse,ma questo è un arricchimento.
Grazie Giuseppa, è Dio che ci indica i primi passi per costruire una nuova economia. Per voi milanesi ci vorrebbe una sezione apposita sul blog!
Purtroppo siamo passati dalla sponda opposta rispetto al fiume di bellezza divina e all’altra sponda iniziale fatta di esempio di Gesù e di virtù!! Il covid ha finito di togliere ogni dubbio e i governi di dx hanno acutizzato gli effetti. Contano i soldi oggigiorno, la fraternità è condizionata dalleconomia, anke la salute è stata sottomessa, e nonostante bisogni e peggioramenti vari gira tanta cecità e menefreghismo! Giovanni Battista e San Francesco sono icone di rispetto e ricordo, di ritorno al vero e al sobrio, ma il fiume è in piena e trascina via tutto o quasi! Noi raccomandiamoci allo spirito Santo, a Maria, a Gesù fratello nostro è a ttt i santi e beati, affidiamoci a loro per nn lasciare nulla intentato! La provvidenza fa miracoli, stavolta servono tutti, per recuperare benessere e dignità, x essere più presenti con ki ha bisogno, per dare priorità al povero e nn al ricco, per allontanare certe teste da certe poltrone e per nutrire speranza in un futuro a oggi grigio, ma sempre pronto ad accettare le nostre preghiere e a regalarci meravigliose sorprese! Buon avvento a tutti 😇
Buon cammino di Avvento caro Marco
Buongiorno e buona domenica di avvento. Penso che il Vangelo di oggi sia spunto di riflessione per quello che sta succedendo nel mondo, Giovanni non dice dovete essere poveri, ma dovete essere giusti. Un mondo dove ci sono persone che hanno un potere economico enorme è un mondo a rischio e un economia che decide la vita di migliaia di persone a scapito di pochi non sta seguendo la Buona Novella, per fortuna il mondo è pieno di persone che ogni giorno dedicano un po’ del proprio tempo per il prossimo. Laudato Sì
“Giovanni non dice dovete essere poveri, ma dovete essere giusti.” Sottoscrivo. Grazie Luca
Buona Domenica d’Avvento, le risposte di Giovanni sono ancor oggi profetiche, poi nel contesto attuale prossimi a Giubileo della Speranza ancor di più, dove con l’apertura della porta Santa “Fuoco” ci preparerà a nuova vita, e l’Acqua dovrebbe lavare via le cancrene del Mondo e, nel sistema economico, da rivoluzionare, l’intelligenza Artificiale la scienza e la condivisione dei dati, si paragona ad un grande lago di dati, questo potrebbe essere il cambiamento d’epoca atteso… sia fatta la Volontà del Signore!!! Laudato Sì
Le parole del Battista parlano alla nostra attualità. Buona domenica di Avvento
Oggi mi sento chiamato a chiedermi quali sono le mie vere fortune, ancor più che le mie condanne. Quali grazie del Signore ricevo quotidianamente quando leggo la sua Parola, ma anche quando non la leggo?
Se capiamo quanto amore Dio prova per noi ogni giorno, ci sentiremmo anche noi come San Giovanni Battista, come colui che si dimostra “giusto giudice” della sua condizione.
Chi di noi, se vince 100 euro alla lotteria ha il coraggio anche soltanto di rivolgere una preghiera di ringraziamento al Signore, ancora meglio se decidesse di dedicare la metà della vincita ai più poveri come gesto di umiltà verso Dio che lo ha graziato! Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date!
Purtroppo tante cose sfuggono alla nostra attenzione, tante nemmeno le capiamo! San Giovanni Battista ha capito di essere stato oltremisura graziato da Dio nel rispetto e fiducia che riceveva dalla folla, dai pubblicani, dai soldati, da tutti! Rischiava così di mettere a repentaglio il fratello che doveva succedergli: Cristo.
Chiediamoci qual è la nostra ragion d’essere: servire Dio o essere serviti dal mondo?
Certe volte, soprattutto quando abbiamo ben ragione di pretendere qualcosa perchè la legge ci difende (come San Giuseppe che poteva benissimo ripudiare Maria), dobbiamo scegliere la soluzione più scomoda. Dobbiamo scegliere la croce. Dobbiamo scegliere la follia. Dobbiamo scegliere Dio. Dobbiamo scendere dal nostro “palcoscenico mentale” e tornare coi piedi per terra.
Non dobbiamo dimenticare mai che siamo ogni giorno vasi di terracotta nelle mani del “Vasaio”. Non siamo noi a dare alle nostre vite la forma che vogliamo. Siamo creature e non il Creatore. Dobbiamo avere il coraggio di fare un passo indietro. Non nel nostro interesse, ma nell’interesse del prossimo.
Ma il punto di partenza rimane sempre quello. Dobbiamo prima chiederci in che cosa ci sentiamo davvero fortunati nella vita.