
(Giotto e bottega, Presentazione di Gesù al tempio, Basilica S. Francesco, Assisi, 1308)
Domenica 2 febbraio 2025
IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Commento al Vangelo della domenica
Lc 2, 22-40
Eccoci in cammino sui sentieri della missione, accompagnati dalla Parola e dalla Creazione di Dio! In questa domenica ci viene presentato il primo viaggio di Gesù a Gerusalemme: tutto il vangelo di Luca è un viaggio di Gesù verso Gerusalemme, e nei primi capitoli questo è molto chiaro. A Betlemme Dio si manifesta ai pastori, numerosi e indefiniti, a Gerusalemme si incontrano due persone pie, di cui conosciamo i nomi. Questo per dirci un po’ le proporzioni che incontrerà nella storia.
Un uomo e una donna, dal volto segnato da anni di attesa e di speranza, che si fanno ambasciatori dell’umanità, nel suo atteggiamento rispetto al dolore e alla gioia. Due persone che ci offrono la possibilità di conoscere meglio questo Dio che vuole stare tra le nostre braccia. Sarebbe un modo molto bello per vivere questo tempo.
“Quando furono compiuti i giorni”, molto bello il riferimento temporale. Dopo la nascita, e dopo aver dato il nome di Gesù, i giorni non passano, non trascorrono, non è un tempo finito, ma il tempo si riempie di senso. I giorni si compiono, come la maturazione dei frutti nel creato. Questi quaranta giorni dopo la nascita indicano la pienezza della promessa attraverso il profeta Malachia, proprio nelle ultime parole dell’Antico Testamento.
E’ il primo ingresso di Gesù al tempio, compimento della promessa in cui si diceva “e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate” (Ml 3, 1), un bambino indifeso sarà il compimento dell’opera di Dio che “è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai”. Uno si aspetta distruzione e sterminio, l’ira di Dio sugli uomini, e invece si ritrova un bambino. Questo è il metodo che usa Dio con noi, quando torna nel suo tempio.
“Ora a Gerusalemme c’era un uomo” sembra quasi ricordarci che in ogni tempio, in ogni chiesa, c’è almeno un uomo buono, mai solitario. Un uomo e una donna che sono l’archetipo di coloro che sanno attendere, di lunghe attese. Non si dice nulla di Simeone, al di fuori dell’azione dello Spirito su di lui, nell’attesa del consolatore, il Paraclito, e nella profezia di vedere il Signore. Sempre lo Spirito lo sospinge fuori casa per andare al tempio. Non si dice altro di Simeone, oltre al gesto più bello che un uomo possa fare con Dio che entra al tempio, unico in tutta la Sacra Scrittura: ἐδέξατο αὐτὸ εἰς τὰς ⸀ἀγκάλας, cioè “lo accolse tra le braccia”. Che onore immenso, quanto ne è valsa la pena attenderlo!
Tutta la vita di Gesù è un consegnarsi tra le braccia degli uomini, ancora oggi noi possiamo attenderlo e obbedire al comando “prendete e mangiatene, questo è il mio corpo”, un corpo offerto per essere abbracciato da noi. E le parole di Simeone, che sono recitate ogni sera da chi ama la compagnia della preghiera, sono Νῦν ἀπολύεις, “nunc dimittis”, “adesso lascia”, la consegna a chi si consegna. Il servo, incatenato dall’attesa, adesso può essere sciolto.
Simeone si lascia andare in un canto di lode, e in una profezia terribile rivolta a Giuseppe e Maria. Canto e profezia. Tutto centrato sull’attesa e la parola, sullo svelamento e la luce. Ciò che per alcuni è gioia, per altri è caduta. E oltre a lui c’è Anna (“Grazia di Dio”), figlia di Fanuele (“volto di Dio”), della tribù di Aser (“felicità, fortuna”), di cui si dice esattamente l’età – 84 anni – e il breve matrimonio di sette anni. Una donna lungamente vedova, senza il suo sposo. Adesso può vivere la felicità di contemplare il volto di Dio, la sua grazia, i tanti anni da vedova sono nulla di fronte a questo privilegio.
Ogni quadro descritto nei vangeli dell’infanzia di Gesù andrebbe contemplato per ore, è un balsamo che ci dona gioia e speranza, e che riguarda tutti noi, i piccoli, le vecchie generazioni, le speranze e i dolori dell’umanità. “Quando ebbero adempiuto ogni cosa”, una famiglia che si fa missione per tutti, porta a compimento ogni cosa, porta a maturazione il tempo, lo rende pieno dell’attesa. Dopo tutto ciò, torna a casa, nella quotidianità, nel nascondimento, nella dignità della piccolezza. Gesù, in questo silenzio, crescerà per un tempo lunghissimo, ben oltre i tempi dell’epoca, per poi rivelarsi all’inizio della sua missione.
L’augurio più bello, in questa domenica, è di vivere la pazienza dell’attesa con lo sguardo di San Francesco di Assisi, che diceva: “Beati i pacifici, perché saranno chiamati figli di Dio (Mt 5,9). Il servo di Dio non può conoscere quanta pazienza e umiltà abbia in sé finché gli si dà soddisfazione. Quando invece verrà il tempo in cui quelli che gli dovrebbero dare soddisfazione gli si mettono contro, quanta pazienza e umiltà ha in questo caso, tanta ne ha e non più.” (Ammonizioni XIII).
Vi auguriamo di cuore una buona domenica!
Laudato si’!






Molto tenera l’immagine di questi due anziani che attendono l’incontro con il messia. Le sofferenze della donna sono nulla davanti a questo privilegio. Buona festa della candelora a tutti
Grazie Stefania, la tenerezza di questi “anziani” sia per noi uno stimolo. Buona domenica!
Mi piace l’attenzione rivolta all’abbraccio, a questo gesto di tenerezza tipico degli anziani, verso i più piccoli. Un pensiero a tutti i nonni, che vivono di speranza
Vero caro Luigi, il mondo ha proprio bisogno di più abbracci. Preghiamo affinché il Signore ci faccia questo dono, nel cuore di uomini e donne. Buona domenica!
Grazie Antonio per questa riflessione, che ci illustra la dolcezza di Simeone e di Anna. Un augurio speciale ai consacrati che hanno donato la propria vita al Signore
Grazie Ilaria per aver ricordato i consacrati, che domani festeggeranno la propria vocazione. Laudato si’!
Quanto mi piace il passaggio delle fonti Francescane che hai citato, tratto dalle Ammonizioni. La pazienza e l’umiltà, due virtù stupende che contraddistinguono Anna e Simeone, ma anche il Francesco degli ultimi anni. In tutti questi casi, è evidente l’abbandono alla volontà del Signore. Grazie per questi spunti. Buona domenica
Grazie fra Giovanni, è bello vedere quanto sia evangelica la vita di Francesco di Assisi. La santità è sempre a portata di tutti, ognuno di noi può imitare le figure della Bibbia (si spera le figure positive…)
Con la presentazione di Gesù al tempio si concludono anche le domeniche con i racconti dell’infanzia. Come facevi notare qualche domenica fa, la “vita nascosta” di Nazareth è invece la vita pubblica, la vera formazione di Cristo a vivere in maniera “umana”. Dove i valori, la tradizione, i sentimenti, il lavoro, diventano la cifra di ciò che sarà espresso nel tempio e nel ministero, che lo condurrà a Gerusalemme. Questo tassello di questa domenica è un preludio, nel tempio di Gerusalemme, al compimento di tutto il Vangelo. Possa la nostra vita di ogni giorno essere, come per Gesù, un laboratorio di crescita umana
Grazie Stefano, solo Dio sa quanto la nostra vita sia “nascosta” o “pubblica”, quanto sia arida o feconda. Buona domenica!
Grazie Antonio…
l’attesa la pazienza l’umiltà…dare un senso ai giorni e la gioia di abbracciare il Bambino della Salvezza.
Buona Domenica Laudato Si’
Vero Daniela, pensa alla ricerca di senso, nelle giornate tutte uguali di questi due anziani… Buona domenica sui passi della Parola!
L’augurio più bello, in questa domenica, è di vivere la pazienza dell’attesa con lo sguardo di San Francesco di Assisi, che diceva: “Beati i pacifici, perché saranno chiamati figli di Dio (Mt 5,9).
Grazie Anna, preghiamo il Signore per il dono di questa bella pazienza nell’attesa…
Pazienza e umiltà!!!! Mio Dio basterebbe così poco Laudato sì mio Signore
Vero Milvo, basterebbe veramente poco!
La festa di questa domenica mi fa pensare alla testimonianza del contadino che ha seminato il seme che era morto. L’attesa che germogli e cresca la pianta, ancora molto giovane e vulnerabile, ma anche piena di una potenza vitale che puoò valorizzare per diverse generazioni.
Grazie Alexis carissimo, grazie per questo riferimento bello tra l’attesa e l’opera del creato. Dobbiamo imparare dai contadini. Buon domenica!
Bellissimo pensare che tutta la vita di Gesù e’ un consegnarsi tra le braccia degli uomini. Ciascuno di noi poi dopo aver vissuto il potere di questo abbraccio è tenuto a consegnarlo agli altri facendosi strumento prezioso di amore e di cura
Dio ci desidera nel gesto di abbracciarlo. Cristo, sulla croce, abbraccia tutti noi. Come dici, quando prendiamo conpevolezza di questo abbraccio, sentiamo il bisogno di abbracciare tutte le creature… Buona domenica!
Attendiamo e incontriamo Gesù nella nostra vita quando ci dedichiamo agli ultimi, ai bisognosi, agli emarginati della società e quando ci prendiamo cura del nostro Creato. Buona domenica.
Vero Maria Angela, possiamo dare senso all’attesa proprio incontrando Cristo nella carne e nella materia delle Creature. Laudato si’!
Grazie per la condivisione. Anche a me colpisce questa frase: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele…». Gesù ci pone sempre di fronte a una scelta. Non possiamo rimanere estranei, ci obbliga alla scelta: o con lui o contro di lui. O accettare le sue parole di salvezza, la sua offerta di salvezza o rifiutarlo. Preghiamo gli uni per gli altri perché come queste due famiglie Maria e Giuseppe, Simeone e Anna hanno messo Gesù al centro, anche per noi Gesù sia al centro della nostra vita e per la nostra salvezza.
Grazie suor Gaudence, proprio vero… Gesù è lo spartiacque che ci porta a fare scelte… Laudato si’!
Grazie Antonio, di questa condivisione. Un uomo prende in braccio un Bambino e una donna, ormai in età avanzata, si emoziona, entrambi percepiscono la gioia all’arrivo del Bambino…
In questo anno dedicato alla speranza, è fondamentale chiedere a quel Bambino di bussare al cuore di tutti noi.
Laudato si’
C’è ancora speranza finché un bambino sarà capace di farci emozionare. Grazie caro Luca!
Avrei bisogno di sapere dove si compra la pazienza, caro Antonio.
Dico, Rodari poteva ingegnarsi e pensare anche alla botteguccia della pazienza e non solo a quella della speranza.
Se io avessi una botteguccia
fatta di una sola stanza
vorrei mettermi a vendere
sai cosa? La speranza.
“Speranza a buon mercato!”
Per un soldo ne darei
ad un solo cliente
quanto basta per sei.
E alla povera gente
che non ha da campare
darei tutta la mia speranza
senza fargliela pagare.
Buona domenica.
Che bello questo riferimento a Gianni Rodari. La pazienza e la speranza credo si possano trovare in scaffali vicini…
Dolcissima l’immagine di Simeone che prende il Bambino fra le braccia gioia immensa perché realizzato un suo desiderio e una profezia fatta a lui sarebbe meraviglioso anche per noi almeno immaginare di stringere teneramente sul nostro cuore quel tenero Bambino. Spesso Lo sentiamo vicino ma fra le braccia sarebbe un’altra cosa 🙏❤
Ciao Antonio, grazie per le riflessioni, sono sempre molto apprezzate.
L’immagine di Simeone che accoglie Gesù tra le braccia è molto bella, mi fa riflettere che il modo in cui Dio si fa vicino a noi è fatto di tenerezza e discrezione. E che bello pensare al tempo non solo come qualcosa che passa, ma come qualcosa che si compie.
Non avevo mai riflettuto prima sulla locuzione “compiere i giorni”, mi sembrava semplicemente una locuzione aulica e pomposa. Invece forse è il motore della speranza: dare senso ai giorni.
Molto in contrasto con la cultura che vedo, dove i miei coetanei vivono in apnea durante la settimana per poter consumare il weekend. Un approccio rivoluzionario il nostro