
(Giotto, Visitazione, 1306, Cappella degli Scrovegni Padova)
Domenica 22 dicembre 2024
IV DOMENICA DI AVVENTO – ANNO C
Commento al Vangelo della domenica
Lc 1,39-45
Nella quarta domenica di Avvento, possiamo osservare questa stupenda scena di Maria e Elisabetta. La storia di un cammino, animato dalla gioia dello spirito. Qui si intreccia la storia dell’Antico e del Nuovo Testamento. La donna anziana porta l’attesa dell’umanità, mentre la ragazzina porta l’atteso dell’umanità. Il riconoscimento avviene tra i due bimbi nel grembo. Un brano che ci illumina su come riconoscere il Signore che viene.
Maria va a visitare Elisabetta, che si era nascosta per il troppo stupore della sua gravidanza tardiva. È la visita del Signore al suo popolo, e il Battista lo riconosce. È il desiderio più bello di Dio, di essere riconosciuto dagli uomini. Maria va in fretta, non con ansia, non per curiosità, ma per amore e amicizia. Per vedere un segno annunciato dall’angelo, che è Elisabetta. Il significato di ciò che è avvenuto in sé stessa. I monti della Giudea, il creato, dialogano di nuovo nella storia biblica. Sono i monti della rivelazione dell’Antico Testamento, della tradizione ebraica. Per trovare il segno, dobbiamo percorrere i monti della nostra storia, come Maria. Solo lì possiamo conoscere la promessa, l’attesa di Dio.
Se non c’è attesa, non c’è atteso. L’uno ha bisogno dell’altro. In questo cammino c’è l’abbraccio tra queste due realtà stupende, che rappresentano la nostra sete di un incontro definitivo, un Dio che è dono. Senza attesa, non c’è nessun atteso: quanta tristezza al ritorno a casa, quando nessuno ci aspetta! Senza incontro c’è la frustrazione.
Maria saluta Elisabetta, le porta la pace, in un modo molto particolare. Sono parenti, e devono incontrarsi. La prima cosa che avviene, in questo incontro, è una danza di gioia! Come “fratello fuoco è iocundo”, con quel fuoco dello Spirito, danza il Battista, danza tutta l’umanità. Il fine di tutta la storia è questo riconoscere il Messia: il dramma di Dio è non essere riconosciuto, di non essere abbracciato. Lui si rivela ogni giorno, nel povero, nel creato, nella bellezza, nel silenzio, e noi non lo riconosciamo. “L’amore non è amato” diceva Francesco di Assisi.
Maria definita benedetta come Giaele, come Giuditta, che tagliano le teste dei nemici, perché schiaccerà la testa del serpente. E Gesù viene associato a una immagine del Creato, è un frutto! Dio è il dono supremo! La danza e la domanda “A che cosa devo…” ci fanno ricordare l’esclamazione e la danza di Davide davanti all’arca dell’alleanza. Maria è la nuova arca dell’alleanza, in cui nel santuario c’era la presenza di Dio nell’assenza, nella parola. In Maria, la parola ascoltata diventa carne, diventa presenza.
Ciascuno di noi può essere santuario, se diamo carne alla parola, se la ascoltiamo. Se una parola non è ascoltata, è nulla. Se è ascoltata, è gioia!! È stupore! È Laudato Si’… Anche Francesco vive questo conflitto con la Parola, “nullu homo ene dignu te mentovare”. La gioia è la firma che Dio pone nella sua opera, anche senza uso di parole! Siamo chiamati a contemplare questa gioia, a riconoscerla e farne memoria. Spesso noi corriamo, siamo fuori di noi stessi, ma entrando in noi stessi possiamo riconoscere il Signore.
Questo abbraccio bellissimo tra Maria e Elisabetta sembra ritratto stupendamente dalle ultime parole del Cantico delle Creature, quando Francesco cantava: “Laudate e benedicete mi’ Signore et rengratiate e serviteli cum grande humilitate” (FF263).
La beatitudine, la felicità fondamentale, è avere fiducia in Dio, alla sua parola. Vi auguriamo con tutto il cuore di avvicinarvi a questo Natale con questa beatitudine.
Buona quarta domenica di Avvento!






Grazie Antonio. Mi piace il riferimento alla natura: “Per trovare il segno, dobbiamo percorrere i monti della nostra storia, come Maria. Solo lì possiamo conoscere la promessa, l’attesa di Dio”. Buona domenica
Grazie a te Giovanni, il creato ci parla in continuazione e accompagna la storia della salvezza. Buon cammino verso la grotta!
Che bello questo abbraccio intergenerazionale, la corsa di Maria che non è ansia o curiosità, ma vicinanza. Vorrei avere anche io le stesse motivazioni di Maria
Grazie Alessandra, Maria sia sempre per noi un modello da seguire
Non avevo mai fatto caso, in questo brano, che la donna anziana porta l’attesa dell’umanità, mentre la ragazzina porta l’atteso dell’umanità. Bello questo parallelo tra attesa e atteso. Grazie Antonio
Non c’è attesa senza un atteso, caro Giuseppe. Buon Natale nell’attesa
Grazie Antonio per queste tue riflessioni che riempiono il cuore di gioia. L’abbraccio tra Anna e Maria è la rapprentazione dell’amore puro, disinteressato, dell’amore includente ed inclusivo che si prede cura e riconosce l’altro e lo accoglie senza se e senza ma. In questo momento di disorientamento ci sarebbe bisogno di più abbracci che riconoscano l’altro come parte di noi. Buon quarta domenica di Avvento
Grazie Silvana cara. Vero, questo abbracci rappresenta l’amore. Prendiamo spunto da questo abbraccio, e dai sentimenti di Maria e di Elisabetta. Buon cammino ancora!!
Grazie Antonio per queste condivisioni settimanali. Ci aiutano a prepararci alla messa della domenica, con uno sguardo anche verso il creato. Buona domenica
Grazie Paolo, siamo contenti di condividere questo servizio semplice. Se può aiutare ad allargare il nostro sguardo, è tutta grazia del Signore. Buon cammino verso la grotta
Grazie a tutti di questa bella condivisione! Ti saluto Maria, Sei beata perche hai creduto,
Tu porti a noi la Parola che hai accolto nel tuo grembo,
la Parola che ci salva.
Insegnaci a fidarci come ti sei fidata tu,
per esultare di gioia con te, alla Sua venuta. Amen!
Un Vangelo ricco di gioia, come te che porti la gioia anche nel nome… Buon cammino!
L’incontro tra Maria e Elisabetta è l’incontro tra il Nuovo e il Vecchio Testamento Giovanni accoglie con gioia la venuta del Verbo che si fa carne del seno di Maria e con allegria le due donne si abbracciano in un incontro di amore e gioia
Speriamo che in questo Natale impariamo ad abbracciarci con questa gioia… Grazie Cristiana!
Grazie Antonio, complimenti per questa riflessione di avvento, l’ abbraccio tra due donne che portano in grembo il precursore e il messia, passaggio di consegne tra vecchia e nuova umanità in Cristo. Siamo pellegrini di Speranza…Un’abbraccio e buona domenica
Grazie Andrea, buon cammino in questo abbraccio che trasmette gioia e speranza!
Mi piacciono queste riflessioni sul Vangelo della domenica perché rimangono centrate su un commento rigoroso della parola, senza troppe interpretazioni libere, ma allo stesso tempo ci stimolano a guardare sempre fuori dalla finestra, a prendere in considerazione seria il creato, non solo come cornice degli eventi, ma come co-protagonista della storia di salvezza. In questo commento al Vangelo mi piace l’attenzione delicata rivolta ai monti, alla strada che ha percorso di corsa Maria per andare incontro all’abbraccio di Elisabetta. Metafora dei nostri cammini. Buona domenica
“Dio si fa uomo affinche l’uomo diventi Dio.”
Signore, attraverso l’incontro con i nostri fratelli e sorelle, aiutaci a partecipare alla divinizzazione del creato.
Grazie Alexis, solo un incontro consapevole ci fa rendere conto del nostro essere creature, e riconoscere la firma di Dio. Buon cammino verso la grotta
Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo.
Ogni bambino esulta nel sentire la voce della mamma, in questo caso esulta perchè ascolta la voce della Mamma di tutte le mamme e la presenza del Creatore.
Anche noi dobbiamo tornare bambini ed esultare davanti alla natura che ci testimonia la presenza di Dio Creatore.
Ludato Sì e buona domenica di Avvento
Grazie Luca, l’augurio per questo Natale è quello di tornare bambini, tornare a stupirci, tornare a scrivere una lettera a Gesù Bambino, e dare un nome ai nostri desideri…
Un augurio per questo Natale che tutti possiamo riconoscere Dio nelle sue diverse manifestazioni senza volgere lo sguardo da un’altra parte.Ricordiamoci quello che diceva San Francesco:”L’amore non è amato”sempre molto attuale.Grazie Antonio
Grazie Giuseppa, la conversione in fondo in fondo è sempre una conversione di sguardo. Dove fissiamo gli occhi, lì ci sono le cose a cui teniamo di più. E allora, non spostiamo lo sguardo da Gesù che bambino nasce nella grotta. Buon cammino
Questa IV domenica d’Avvento si è incrociata con l’arrivo della luce di Betlemme altro momento intenso dedicato a coloro che sono in debito con la società e che hanno perso la libertà. I momenti della veglia con l’accensione delle nostre lampade sono stati intrecciati con i vari pensieri sulla Speranza accompagnati da un fiore che una delegazione ha poi portato ai detenuti della casa circondariale. Per me è stato come abbracciare queste persone che nn conosco ma che ho giudicato e dire loro di nn farsi rubare la Speranza anche nei momenti più bui e avere fiducia in Dio.
Cara Maria Giovanna, anche ad Assisi ieri sera, nel solstizio di inverno, abbiamo accolto la luce di Betlemme. Un fuoco che proviene da una terra che soffre, un fuoco che ci aiuta a pregare per la pace. Un abbraccio
Ciò che mi colpisce in questo passo del Vangelo è l’azione meravigliosa di Maria, che “piena di grazia” e “ricolma di luce” non solo accoglie la volontà di Dio, ma con ardentemente desiderio si appresta e condividere questa gioia con la cugina Elisabetta, che per me rappresenta il “prossimo” divenendo così la prima testimone dell’amore salvifico di Dio per tutti gli uomini.
Il suo cuore arde di quest’amore e non riesce a trattenerlo per sè, pur sapendo che dovrà attraversare zone pericolose …rischiando così per amore!
Non dimentichiamo che anche noi “Siamo annunciatori di verità, viviamo nella fedeltà e il nostro cuore sarà pieno di lui: le nostre labbra annunzieranno il suo amore! (1Cor 15,57)
Possa Gesù bambino sempre donarci la grazia e il desiderio di condividere con gli altri la bellezza e il profumo dell’amore di Dio che ognuno di noi possiede.
Buona e santa domenica a tutti🙏🏻🕊️😘
Grazie…perché siamo in attesa…la Parola si fà carne e ci insegna la piccolezza e l’umiltà…la fiducia di essere amati sempre…sul sentiero stretto…amati sempre…anche se incapaci…con la gioia del cuore da condividere…Grazie
Buon cammino a tutti, il piccolo bambino sta per nascere! Auguro a tutti che sia al centro del nostro cuore sempre il piccolo Bambino e con la nostra vita lo portiamo a chi non lo conosce o lo ha dimenticato. Amen
Penso a Papa Francesco quando dice: “Da soli non si fa nulla!” e mi domando quanto importante sia stato l’incontro tra Maria ed Elisabetta all’interno della storia di salvezza dell’umanità. L’altro, in qualche modo, ci edifica, ci permette di crescere. Se l’altro non ci fosse, non potremmo nemmeno incontrare Gesù Cristo. Probabilmente neppure Maria avrebbe potuto portare a termine la sua missione.
Un incontro che completa, che integra, che è necessario si compia, quello con Elisabetta. Una scelta, dunque, quella di Maria, quella di salire di fretta sul monte, dettata dallo Spirito Santo, non da sé stessa.
Ma c’è una successione di fasi ben precisa che va rispettata all’interno del processo di maturazione spirituale dentro di noi. Prima viene il credere, cioè la fede in Dio (che già di per sé è una grazia), la quale può esistere fin da PRIMA il concepimento (come in Maria, beata perché colei che ha creduto), oppure DOPO il concepimento (come in Elisabetta).
Poi viene il capire, cioè “il vedere il mosaico dopo averne messo assieme tutti i pezzi”, l’essere ricolmi di Spirito Santo, il quale si può verificare stando DA SOLI “nella propria casa” (come in Maria al momento dell’Annunciazione dell’angelo), oppure IN COMPAGNIA “nella propria casa” (come in Elisabetta, che trova la grazia di capire soltanto grazie a Maria che le fa visita). Pensiamo a noi, quando troviamo l’illuminazione divina durante la nostra meditazione personale o confrontandoci con l’altro!!! Inoltre si può essere ricolmi di Spirito Santo senza PRIMA aver visto qualche segno (come Maria), oppure DOPO aver visto qualche segno (come Elisabetta quando Giovanni sussulta nel suo grembo). Quanti di noi credono solo dopo aver visto e non senza aver visto!!!
In terzo luogo c’è l’agire. Come? METTENDOCI ALLA RICERCA del Signore attorno a noi, ma anche nella Bibbia, nei testi religiosi e non (come Maria). Oppure ringraziando e benedicendo il Signore, ponendogli delle domande per mezzo della PREGHIERA (come Elisabetta quando dice: Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A cosa devo che la madre del Signore venga da me?…).
Infine l’esultare, il condividere la gioia, il sovrabbondare di grazia che si trasforma in creatività, che necessita sempre dell’incontro con l’altro. Maria, senza Elisabetta, era riuscita ad arrivare alla terza fase, ma solo Elisabetta le permetterà di esultare veramente, di pronunciare il Magnificat al Signore!
Chiediamoci quanto siamo creativi oggi, nel nostro credere, capire e agire. Se tutto nasce e muore dentro di noi, o se, invece, la venuta di Gesù Cristo non ci inviti a far sì che il nostro “fargli spazio” nel nostro cuore sia seguito da opere destinate a rimanere sulla terra quando il nostro pellegrinaggio terreno sarà finito!
Fare memoria della gioia! Bellissimo. Sono le tracce profonde del cuore, antiche lasciate dalla matrice divina.Cioe’ la gioia della certezza che Dio ci Ama.