
Carl Heinrich Bloch, Le beatitudini, Frederiksborg, Hillerød, 1877
Domenica 16 febbraio 2025
VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Commento al Vangelo della domenica
Lc 6,17.20-26
Prosegue il cammino sui passi del vangelo, che questa domenica è ambientato nello stupendo scenario della valle. Il creato assume sempre un significato importante, soprattutto con questa parola di oggi che rappresenta forse il manifesto ufficiale dell’insegnamento di Gesù. Chi dobbiamo invidiare nel mondo? Quali sono i nostri modelli da imitare? Chi è veramente fortunato?
Le parole proclamate oggi in paesaggio pianeggiante sono forse le parole più belle di tutta la Bibbia, forse le più belle mai scritte dall’uomo, perché dentro c’è tutto il desiderio dell’essere umano. Tutto ciò che è bello, buono e attraente, ma senza la menzogna del peccato e delle sue illusioni. Gesù ci indica una dolce strada che, se percorsa da tutti noi, potrebbe solo portarci all’anno di grazia proclamato dal Signore, essere fratelli tutti e in comunione con tutto il creato! Queste parole, nella chiesa primitiva, rappresentavano la catechesi battesimale, si conosceva il messaggio cristiano a partire da queste parole.
“Ed egli, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva…” Gesù parla dal basso, a differenza nostra che vogliamo sempre dominare. Dio è umile, si fa battezzare in silenzio, ha una grande stima per noi, ha dato la vita per noi. È venuto per servire, non per essere servito. Gesù scende a valle. Il verbo all’imperfetto, “diceva”, ci fa capire che le ripeteva spesso. Forse gli apostoli non lo capivano, come del resto noi, che continuiamo a non capire.
“Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio”. Esordisce con “beati”, cioè “complimenti”! Ne ribalta il senso comune: per noi, i complimenti si fanno a chi è fortunato nella vita, a chi ha potere, riconoscimento. A questi diciamo “Laudato si”. Gesù rivolge il suo personale “laudato si” ai poveri, ai pitocos: sono quei poveri che vivono di elemosina, invisibili, che hanno bisogno di tutto. Non sono beati perché poveri, perché disperati, ma perché “vostro è il regno di Dio”. Si rivolge direttamente a loro, e dice che il regno è adesso per loro. Oggi, non in un futuro indefinito. Il regno di Dio è del povero, il regno è Dio che regna, servendo. L’amore è povertà perché tutto riceve e tutto dona nella gratuità.
Pensiamo al dono immenso dell’aria che respiriamo, dono che Dio ci offre ogni istante nella completa gratuità, nella povertà. Pensate a “possedere” quel dono, cosa significherebbe: sarebbe l’uccisione del dono, la negazione dell’amore. Francesco di Assisi non chiedeva ai frati, nella regola non bollata, il voto di povertà, ma chiedeva di “non avere nulla di proprio”. Il possesso è l’opposto dell’amore.
“Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati”. Il linguaggio è sempre strano: come fanno a essere beati gli affamati? La beatitudine sta nella sazietà futura. Queste parole ci svelano l’azione di Dio nella storia, come compreso da Maria nel Magnificat.
“Beati voi, che ora piangete, perché riderete”. Il grido e il pianto della terra e dei poveri, svela già oggi il futuro “risum pasqualis”, il ridere definitivo. Come nella povertà e nella fame, anche nel pianto Gesù individua i sentimenti essenziali dell’uomo.
“Beati voi, quando gli uomini vi odieranno”… Ecco le azioni degli uomini, odio, mettere al bando, l’insulto, il disprezzo. Qui Gesù sembra tracciare, nelle beatitudini, il suo autoritratto, con gli elementi peculiari della sua vita, così come narrata nel racconto di Luca. Sembra quasi dirci, in anteprima, che tutto quello che il mondo ci vuole far credere, non sia la fine della storia, ma in lui c’è una sorpresa, ci sono quei verbi al futuro: ci sarà la sazietà, il riso, l’accoglienza.
In quel giorno in cui avvengono queste cose, saltate di gioia! La nostra ricompensa è immensa nei cieli. La ricompensa è essere come Gesù, essere figli! Dopo le beatitudini, non ci sono le “maledizioni”, ma più gli ammonimenti. “Ma guai a voi!” dice Gesù per mettere in guardia.
“Guai a voi che siete sazi”, che siete “pieni”, perché non potete più cibarvi perché non c’è spazio, non potete più gioire della tavola, del banchetto. “Guai a voi che ora ridete”, quasi a Gesù dispiace quando abbonda un riso sterile, quando non c’è possibilità di innescare una nuova scintilla, una gioia inaspettata. Quasi dispiace vedere tutto ciò che invece il mondo ci fa illudere essere il sogno di tutti noi: essere ricchi, sazi, ridere, divertirsi, essere riconosciuti, avere potere. Dispiace quando tutto diventa possesso, e non è dono.
Queste sono parole che ci guariscono, guariscono le folle che accorrono, risollevano l’uomo alla sua vera dignità, alla sua vera gioia. Quella gioia che non verrà mai tolta. La chiesa, la nostra missione, dovrebbe essere nutrita da questa parola, non a caso Gesù la pronuncia in pianura subito dopo aver scelto i dodici. Come dice Santa Chiara di Assisi: “Certamente voi sapete che il regno dei cieli il Signore lo promette e dona solo ai poveri, perché quando si amano le cose temporali, si perde il frutto della carità; e che non è possibile servire a Dio e a mammona, perché o si ama l’uno e si ha in odio l’altro, o si serve il secondo e si disprezza il primo” (FF 2867).
Vi auguriamo di cuore una buona domenica!
Laudato si’!
Che bello come Luca ci mostri la misericordia anche dallo sguardo di Gesù, dal basso, nella valle. Tutti noi dovremmo sentirci onorati da questo rispetto. Buon cammino a tutti
Grazie Federica, un invito a relazioni vere. Buon fine settimana!
Grazie Antonio, molto bello questo percorso che ogni settimana ci aiuta a prepararci al vangelo. Poi questa domenica un vangelo top! Buon cammino
Siamo contenti caro Marco di metterci a servizio. Buon cammino allora!
Le beatitudini sono la sintesi di tutto il vangelo. Potersi soffermare nella lettura è una grazia. Buon cammino
Effettivamente meditandole c’è un po’ tutto il vangelo. Buon fine settimana Melania
Dobbiamo riscoprire il valore della povertà, mi ha fatto piacere leggere le parole di Santa Chiara, che è una maestra di questa virtù
Grazie fra Stefano, Santa Chiara, da vera discepoli di Cristo, ha desiderato la virtù della povertà. Laudato si’!
Leggere le beatitudini come autoritratto di Gesù mi sembra una chiave di lettura molto stimolante, che ci offre anche il senso di tutto il vangelo di Luca. Un viaggio verso Gerusalemme in cui Cristo pian piano si svela. Quanto abbiamo da imparare ancora
Abbiamo tanto da imparare dalle beatitudini vissute da Cristo! Grazie Giuliano
Delle beatitudini mi colpisce
‘Beati voi, quando gli uomini vi odieranno’
La condizione di Gesù prima della passione.
Nella ns vita quotidiana succede in tante forme e in tante dosi, anche nell’ambito famigliare…dicevano gli antichi romani
Nemo propheta in patria…
Una sfida da vincere ogni giorno…che il Signore ci stia accanto…
Vero Maria Grazia, la beatitudine sta nel non coltivare rancore o pietismo, ma vivere tutto con speranza, sapendo di stare nel bene. Il Signore ci dia questa forza!
Grazie di cuore per questa riflessione. Tutti in cammino per un mondo e futuro migliore 🙏🏻🔥❤️
Grazie Sergio caro, buon cammino
Grazie Antonio le tue riflessioni sono sempre illuminati.Il nutrimento di noi cristiani deve essere la gioia,la gioia di vivere secondo i Suoi insegnamenti e avere il coraggio di andare contro la logica del mondo.Dire no al possesso,ma guardare tutto come un dono e scegliere la sobrietà non vuole dire scegliere la povertà.Buona domenica a tutti
Grazie Giuseppa, San Francesco e Santa Chiara ci insegnano che il possesso è l’opposto dell’amore e della gioia. Sui passi di Cristo, riscopriamo la bellezza delle beatitudini!
Che il Signore sia sempre con noi!!!!e grazie a tutti voi
Buon cammino caro Roberto!
Grazie Antonio…
Gesù parla dal basso…alza gli occhi ( che immagine stupenda…) e ci guarda…insegna che siamo nel mondo ma non di questo mondo con i suoi modelli di potere e ricchezza…di lotta per stare più in alto…è bello seguire il nostro Pastore…
Buona Domenica Laudato Si’
Gesù è il più bel pastore che ci sia, colui che conosce la voce delle sue pecorelle, colui che ci insegna a guardare dal basso. Buona domenica Daniela
Le beatitudine in atto sono il Regno dei Celi in terra!! Grazie Antonio
Sembra un inno alla Speranza…
Eh sì, un inno alla Speranza che non delude
Il messaggio del Vangelo é riscoprire i bisogni che ci fanno essere felici. Non attaccarci al materialismo ma anelare a Colui che con concretezza ci invita a riempirci di Amore verso gli altri. Gtazie Antonio e buon cammino
A volte siamo confusi da bisogni che non ci rendono felici. Grazie Andrea. Laudato si’!
Grazie Antonio …
E’ un vangelo di consolazione per i tempi che stiamo vivendo, dove i ricchi, i potenti e gli arroganti pensano di governare il mondo, ma non sanno la rovina che li attende.
Quanto grande invece è la gioia di chi segue Gesu’: “beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nelle vie dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti, ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte.” (Sal1)
Quanto e’ bello quando noi,
con la nostra testimonianza di vita, accogliamo Gesu’ che e’ presente in tutto cio’ che e’ povero, scartato, perseguitato, facendo e facendoci sperimentare la gioia del Vangelo.
L’ immagine di Gesu’ che parla ai Suoi guardandoli dal basso! Si mette a loro livellio. A livello di chi lo ascolta e così si fa ascoltare. A tu x tu.La Parola si fa azione si fa creazione.Innova. Gesu’ puo’guardare negli occhi e lasciarsi guardare allo stesso livello, inchinatosi come in quella notte stellata in cui Lui Dio fattosi uomo fra noi si inchino’ sulla nostra umanità così come e’.E fu Musericordia! Abbraccio.Amore struggente.
Grazie Antonio!
Pensavo che Gesú sul monte ha chiamato e scelto 12 Apostoli = inviati.
Scende fra noi.
E mostra come essere Beati, felici. E con il suo stile accende in noi il desiderio del Regno di giustizia, di fraternitá, di Pace e armonia con tutti e con il creato.
Povertá é libertá per accogliere e lasciarci accogliere?
Io oggi cosa scelgo?
San Francesco guidaci! Gesú mandaci il tuo Spirito!
Buona domenica!
E io oggi cosa scelgo? Bella domanda suor Annarosa. Grazie di cuore e buona domenica delle beatitudini!
Le Beatitudini sono il programma di vita che Gesù ci invita a seguire per liberarsi dai falsi valori del mondo e aprirsi ai veri beni, presenti e futuri. Le Beatitudini non ci procurano solo l’eterna gloria del Regno dei cieli, ma sono anche i mezzi per condurre una vita felice, avendo la Pace di Dio nel cuore, in un mondo dove l’avidità infinita di possedere alimenta solo depressione e solitudine.
Le beatitudini sono i mezzi per vivere una vita felice. Quanto è vero cara Cristina. Buona domenica delle beatitudini!
Grazie Antonio, grazie a tutti voi che condividete questa soave parola di Dio di questa domenica. Si sente davvero che l’uomo cerca sempre la felicita’ e finche’ non la trova non si riposa mai. E Dio e’ la nostra vera felicita’!
Grazie suor Gaudence cara, siamo tutti alla ricerca della felicità. Le beatitudini sono come una mappa che ci aiuta a trovarla. Buona domenica delle beatitudini!
Nelle letture di questa domenica si parla di alberi, che sono una delle creature piu belle del creato. Noi, come le radici di questi alberi dobbiamo nutrirci con l’acqua della Sua parola (anche se spesso non e facile)
E tutto sara Beatitudine.
Laudato Si’.
Buona domenica.
Molto bello nella prima lettura di oggi il contronto tra il tamarisco nella steppa e l’albero piantato lungo il corso d’acqua. La beatitudine sta nella scelta. Buona domenica delle beatitudini, caro poeta!!
È vero questo vangelo conserva un grande tesoro, quello di farci comprendere che la “povertà” è la chiave per il cielo, un cielo che è già presente sulla questa terra quando fai accoglienza e costruisci ponti tra i fratelli, quando doni il tuo tempo a chi ne ha bisogno a chi è solo ed é alla ricerca di una parola di conforto
Chi è povero attende, spera, ringrazia ed è sempre alla ricerca di essere sfamato, dissetato, riempito…dell’amore di Dio.
Grazie sempre per il tuo commento settimanale e per tutti altri contributi, perché sono sempre preziosi doni di Dio. 🙏🏻🕊💕
Verissimo: Gesu traccia il Suo proprio ritratto. Beato Lui che sta inchiodato sulla croce, povero, sofferente, perseguitato. E beati noi ogni volta che prendiamo la nostra croce e lo seguiamo. “Padre, se puoi allontana da me questo calice, ma sia fatta sempre la tua volonta come in Cielo cosi in terra.”
Beati sono quelli che stanno in croce come Gesu, con Gesu. Per questo abbiamo bisogno di Maria che ci accompagna. A Lei bisogna affidarsi. Viva Maria!
Nella prima lettura di Geremia, ho apprezzato particolarmente la metafora sull’uomo che confida nel Signore. Geremia dice: “È come un albero piantato lungo un corso d’acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi, nell’anno della siccità non si dà pena, non smette di produrre frutti”
Quest’albero non solo porta frutto, ma fornisce anche il legno per le numerose croci che ci guidano verso la beatitudine.