Religiose. Foto: Exequiel Lobaiza
Nel mese di febbraio abbiamo elogiato le religiose consacrate e le laiche, specialmente quelle che servono il Movimento Laudato Si’ nei diversi capitoli e regioni del mondo, unite nell’intenzione della Rete Mondiale di Preghiera del Papa.
Francesco ci invitava a pregare per loro e li ha incoraggiate a “continuare a lavorare e ad adoperarsi con i poveri, con gli emarginati, con tutti coloro che sono ridotti in schiavitù dai trafficanti”. Dall’Italia al Brasile, passando per gli Stati Uniti, il Malawi, lo Zambia e le Filippine, riceviamo la testimonianza di religiose innamorate della Laudato Si’.
Suor María Lucía Siragusa, delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Don Bosco, Catania, Italia, è un’ Animatrice Laudato Si’ attiva che “loda il Signore e prega in comunità con e per il creato e per i leader del mondo , affinché prendano decisioni corrette a favore del benessere della Terra e dei suoi abitanti”.
Da parte sua, suor Maria Inez Amorim, delle Suore Missionarie Benedettine di Tutzing, di Olinda, Brasile, si riconosce come una “figlia della Terra”, per questo è innamorata del creato. Insieme alla sua comunità, cerca di “rispondere ai segni dei tempi nella cura della nostra casa comune, affinché il nostro sostentamento non deturpi il fascino di tutto il creato, poiché tutto è interconnesso in questa casa comune”.
Un dialogo per unire la nostra missione
Giovedì 24 febbraio si è tenuto un Dialogo Laudato Si’ con la partecipazione di suore di diverse congregazioni, tutte al servizio della Laudato Si’. Erano guidati da suor Julie Marie Peters, delle Suore dell’Addolorata.
“Portiamo resistenza, fedeltà, una forza di cui la Chiesa ha bisogno e fedeltà a ciò che siamo chiamati a fare”, ha esordito la suora, dopo aver pregato per la pace e la fine della guerra in Ucraina.
GUARDA: Il dialogo completo delle cinque religiose
Le suore hanno risposto alla domanda di papa Francesco, riflettendo su cosa sarebbe la Chiesa cattolica senza le suore e su come le suore abbiano aiutato il popolo di Dio a comprendere la Chiesa.
“Abbiamo il dono di camminare con le persone, di incoraggiarci a vicenda a usare i doni che Dio ci ha dato e di essere aperti ai doni che gli altri hanno da offrire mentre collaboriamo”, ha detto suor Caroljean Willie, Suora della Carità di Cincinnati.
Suor Chanda Nsofwa, Salesiana di San Giovanni Bosco in Zambia, ha aggiunto: “In un mondo come il nostro oggi, dilaniato dalla guerra, dalle difficoltà e dalla differenza, mettiamo davanti al mondo questo modo non discriminatorio di trattare il popolo di Dio, specialmente nella nostra risposta ai più poveri».
Anche suor Teresa Mulenga, suora di Santa Teresa del Bambin Gesù, del Malawi, ha sottolineato la collaborazione come una componente chiave, evidenziando i progetti che si portano avanti nella sua terra, dove suore di diverse congregazioni lavorano insieme a donne bisognose.
Infine, suor Marvie Misolas, delle Suore Maryknoll di Santo Domingo nelle Filippine, ha parlato del suo lavoro con le Nazioni Unite e di come l’ecologia integrale possa funzionare per tutti, sia a livello economico che sociale. “L’ecologia integrale ci insegna molte cose su come si manifesta l’amore di Dio”, ha affermato.
Al termine del dialogo, suor Carolijean ha ricordato le parole di Madre Teresa di Calcutta: “Fai ciò che hai di fronte”.
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