Domenica 15 gennaio

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

Gv 1, 29-34

Il vangelo di questa domenica ci presenta Gesù attraverso le parole del profeta, pochi momenti dopo il battesimo nel Giordano. Quanto è importante, per la nostra fede di ogni giorno, la parola, un dito che ci indichi “questo è ciò che cerchi”! Tutta la nostra vita, in fondo, è fatta di incontri e di parole, ma quante volte chi ci circonda indica il posto sbagliato…

Oggi invece possiamo fare affidamento su un testimone credibile, una persona che aveva scelto di vivere nel deserto in maniera radicale, e con questa sua radicalità ha attratto le folle fuori dalla città di Gerusalemme. Il brano del vangelo su cui soffermiamo lo sguardo è la seconda parte di un dialogo tra Giovanni e le folle. Nella parte precedente, Giovanni si era presentato come testimone, in questa seconda parte il testimone presenta Cristo. In questa presentazione, abbiamo tanto da imparare sul nostro rapporto con Dio e con il creato. 

(Agnus Dei, Basilica Eufrasiana, Parenzo, Croazia, XII sec.)

“Ecco l’agnello di Dio”, questo è l’annuncio sintetico ed efficace che il testimone oculare compie davanti alle folle che accorrono per farsi battezzare nel fiume Giordano. Gesù ha appena ricevuto il battesimo, il vangelo di Giovanni non racconta la scena ma solo il seguito. Il primo destinatario dell’annuncio, sembra paradossale, ma è il profeta stesso! Lui che ha compiuto il battesimo del Signore, e non lo ha compreso mentre lo svolgeva, nell’annuncio cerca di capire che davanti ha il compimento della profezia di Isaia 53, il servo di YHWH.

Per il Battista, così come per molti di noi, è incomprensibile un Dio che si mette, in silenzio, in coda con i peccatori per ricevere un battesimo. Un Dio del silenzio è fuori dai nostri schemi. Era fuori dagli schemi del Battista, che infatti dice “Io non lo conoscevo”. Quel silenzio consente a Dio di manifestarsi a Israele. Davanti a questo silenzio, l’azione saggia del profeta è quella di fare la volontà del Signore, pur non comprendendola.

In questo brano sono commoventi gli occhi del Battista, che prima ci dice “Ecco!”, ci dice “Guarda!”, e poi ci dice “Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo”. Un invito a rallentare, a dedicare uno sguardo contemplativo a ciò che ci circonda. L’atto profetico di Giovanni, nel deserto, inizia dalla contemplazione. Dal silenzio. E’ come se, fin da questo primo momento, il profeta si faccia già discepolo del suo Signore. E ci inviti tutti a fare altrettanto.

Ci offre una definizione univoca, il Battista. Gesù non è altro che un agnello, “colui che toglie il peccato del mondo”. Questa la missione di Dio che sceglie di incarnarsi, quel battesimo del Giordano veniva compiuto da lui, in altra modalità. Infatti, mentre sul fiume il battesimo di immersione nell’acqua era segno di conversione, “è lui che battezza nello Spirito Santo” cioè non solo nell’immersione di morte ma soprattutto nella vita del fuoco dello Spirito!

E’ come se il Battista ammettesse la fine della sua attività nel deserto, come un artista che ammettesse che ha davanti uno più bravo di lui, e ci inviti tutti a seguire il nuovo artista. Il grande insegnamento che riceviamo oggi da Giovanni, sulle rive del fiume che scorre nel deserto, è di abbandonare la tentazione dell’autoreferenzialità, e invece di fissare il nostro sguardo su Dio.

(Jan van Eyck, Particolare dell’Adorazione dell’Agnello, Cattedrale di San Bavone, Gand, 1426)

“E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio”, una dichiarazione d’amore bellissima che chiude il dialogo di Giovanni con le folle. Vedere e testimoniare sono le due azioni che ci consegna oggi questa figura stupenda del vangelo, rivolte a un Dio che ci libera tutti dalla schiavitù del peccato, mettendosi al servizio di ciascuno di noi. Giovanni ha visto un uomo, nel silenzio, farsi prossimo dei peccatori, e da ciò ha compreso il creato, la colomba, lo Spirito, il battesimo, ha compreso in fondo la sua vita.

Preghiamo oggi il Signore, in questa domenica, affinché comprendiamo meglio il senso del nostro servizio al creato e ai fratelli, con lo sguardo di Francesco di Assisi, che diceva: “A questo segno si può riconoscere il servo di Dio; se ha lo Spirito del Signore: se, quando il Signore compie, per mezzo di lui, qualcosa di buono, la sua “carne” non se ne inorgoglisce – poiché la “carne” è sempre contraria a ogni bene – , ma piuttosto si ritiene ancora più vile ai propri occhi e si stima più piccolo di tutti gli altri uomini.” (FF 161).

Vi auguriamo di cuore buona domenica, accompagnati dalla parola del Signore! 

Laudato si’!

(Agnello che benedice i pani, Catacomba di Commodilla, Roma, IV secolo)