Domenica scorsa si è tenuta, ad Assisi presso il Sacro Convento, una proiezione in italiano del film “La lettera. Un messaggio per la nostra terra”. Un’opportunità in più per diffondere questo documentario, dalla città in cui spiritualmente è nato e ha fatto da sfondo a molte riprese al termine del viaggio dei protagonisti. Un invito a diffonderlo in tutta Italia, organizzando proiezioni comunitarie. Vi ricordiamo sempre di seguire i consigli che abbiamo preparato per voi a questo link, e a registrare sempre le vostre proiezioni sul sito ufficiale. Approfitto di questa bella notizia per condividere con tutti voi un racconto da “dietro le quinte”, proprio da qui, da Assisi. Dedicatevi qualche minuto nella lettura, sarà come condividere esperienze vissute davanti a un camino e a un calice di vino con amici, per apprezzare in maniera speciale questo film.

Christina Leaño, Tomás Insua e Antonio Caschetto con il vescovo Sorrentino, il sindaco Proietti e Padre Giacon dei frati di Assisi

Penso proprio che il Signore mi abbia fatto un dono grande. Vivere l’esperienza del film “La lettera” fin da quando abbiamo visto sbocciare i primi germogli è stata una occasione bellissima. Si tratta forse del progetto più impegnativo del Movimento Laudato Si’: portare con il linguaggio del cinema il cuore del messaggio della Laudato Si’ – cioè la lettera enciclica scritta dal Papa – e del Laudato Si’ – il Cantico delle Creature che ha ispirato tutto questo movimento verso l’ecologia integrale.

Il cinema parla alle folle, possiede codici accessibili a tutti, attraverso una varietà di livelli di comunicazione, dalle parole alle immagini, dalla fotografia all’intreccio della trama, dalla musica ai silenzi. Riesce a emozionare e a stimolare una riflessione, a condividere storie e a tracciare sentieri da percorrere. Ho vissuto tutto questo, ed è bello raccontarlo perché la gioia non è piena se non è condivisa.

Tutto è cominciato con la preghiera. Dopo una lunga fase di semina nella scelta della produzione e soprattutto nella scelta del regista Nicolas Brown, il direttore esecutivo del Movimento Tomás Insua ha avuto una grande intuizione: portare il regista e autore del film ad Assisi, a fare esperienza corporea della spiritualità del film. Tomás in tutto il progetto si è dimostrato essere un perfetto direttore d’orchestra, capace di coordinare nel tempo tanti strumenti musicali. Nicolas mi ha colpito per la sua umiltà, oltre che per la sua capacità di ascolto del creato, dote che un regista che realizza in particolare riprese nella natura deve per forza avere. Ma la sua umiltà, il mettersi in ascolto anche di sensibilità diverse, di suggerimenti, e tramutarli nel film, devo dire che è stata per me una grande sorpresa, e una grande gioia.

Io ho avuto il piacere di trovarmi nei primi passi di questa esperienza spirituale. Ancora vivo nel cuore il ricordo del Ritiro Laudato Si’ tutto speciale vissuto in tre sul prato del Santuario di San Damiano: insieme a Nicolas e Tomás a cantare il Cantico e riflettere sul grido della terra. Poi tutti e tre, dopo aver attraversato i vicoli di Assisi, abbiamo recitato la Coroncina Laudato Si’ immersi nella foresta dell’eremo delle Carceri. Quanti silenzi, quante domande hanno accompagnato quei momenti di semina, a cui è seguito un rapido periodo di scrittura del film, di prove di ripresa in cammino, di audio ambientali e interni, di sole tra i rami alle diverse ore in base all’inclinazione dei raggi. Grande professionalità di tutto lo staff, a partire da questi piccoli dettagli, si capisce che hanno vinto l’Oscar!

La pandemia ha certamente segnato la storia del film, nel bene e nel male. È stato un grande dolore sospendere tutte le riprese ad Assisi, previste proprio nei primi giorni di marzo 2020. Sospenderle in quei giorni bui e pieni di dolore. Sospenderle a data da destinarsi. E probabilmente perdere l’opportunità di avere padre Raniero Cantalamessa, che chiaramente in tempo di pandemia ha dovuto annullare per precauzione tutti gli impegni e i progetti.

Ma grazie a questo stop forzato abbiamo avuto modo di ripensare la storia, di curare piccoli grandi dettagli che, vedendo il film, affiorano spesso con molta timidezza. Sono entrati in scena i quattro protagonisti, che rappresentavano i quattro principali temi dell’enciclica: i poveri, gli indigeni, i giovani e la natura vista dagli occhi della scienza. Soprattutto, dai sopralluoghi successivi e dai lunghi scambi con Tomás e Nicolas, supportati da esperti di francescanesimo, è stato bello veder prendere forma all’idea e supportarla con gioia. Si sono seguite piste narrative poi abbandonate, come una animazione – secondo me molto bella – sulla storia di San Francesco, o come il tema dei cerchi che si completavano (piccolo dettaglio che si vede nelle lettere che ricevono i personaggi). Si è capito che le storie, in carne ed ossa, che portavano dal mondo i protagonisti, erano più incisive e raccontavano bene il senso della Laudato Si’.

Alla fine del 2020, mentre si facevano alcune riprese in giro per il mondo, in Italia a causa delle restrizioni potevamo solo metterci a caccia di nuvole. Nicolas era affascinato dagli scatti che restituivano il “mare di Assisi” che lambiva le mura del Sacro Convento, sul colle del Paradiso. Ho detto che si trattava di un fenomeno molto affascinante che si verifica però solo in periodi particolari dell’anno, a novembre e a febbraio, e a determinate condizioni di temperatura e umidità.

Per questo a novembre, abbiamo chiamato un pilota di droni che ha ripreso dalla Rocca Maggiore, sul punto più alto di Assisi, questo spettacolo stupendo. Solo che il tempo di elaborare le immagini, inviarle alla produzione e visionarle, Nicolas si rese conto che non andavano bene, e mi chiese di rifarle. Peccato che eravamo ormai a dicembre inoltrato, e ormai quel cielo di solito non c’è più così tardi…

Ecco allora che ho coinvolto, nella caccia alle nuvole, la povera martire di mia moglie Angelica. Ogni mattina, al sorgere del sole, guardavamo dalla finestra se a valle il cielo portava nubi basse. Tutte le mattine di dicembre, e lungo la giornata a controllare il meteo, a fissare le nuvole e la valle, finché quasi a una settimana dal Natale il cielo ci ha regalato la bellezza che vedete nel film, in un giorno in cui ormai quasi non ci speravamo più!..

Un frame tratto dal film “La lettera”

Il 2021 è stato l’anno della ripartenza, e anche le riprese con i protagonisti sono state sviluppate sia nei paesi d’origine, sia in Italia alla fine dell’estate, facendo coincidere per tutti il viaggio a Roma e l’incontro con Papa Francesco, e poi il viaggio ad Assisi.

Dell’incontro in Vaticano durato quasi un’ora e mezza dispiace solo che si siano dovute fare delle scelte, e quindi alcuni passaggi stupendi di Papa Francesco e del dialogo con i protagonisti per ovvi motivi di spazio nella pellicola sono stati scartati. Ad Assisi il nostro “top player” era padre Raniero Cantalamessa, volto conosciuto da tutti perché per anni ci ha introdotto in tutte le case il vangelo della domenica.

Tra tutte le immagini di quei giorni intensi e stupendi, mi emoziona particolarmente uno scatto che ha fatto Tomás mentre ci trovavamo davanti al Codice 338, conservato nel fondo antico del Sacro Convento. Il più antico testo al mondo, datato negli ultimi anni del XIII secolo, in cui si può leggere il Cantico delle Creature con le parole usate da San Francesco. Era la prima volta che il predicatore di tre pontefici si trovava, nella sua lunga vita, davanti a questa reliquia, e la sua emozione era palpabile. E per me è stato un grande onore, oltre che un gradevole piacere, poter leggere insieme a lui le parole e decifrare il codice. In fondo, l’esame al Politecnico di Torino di Storia Medievale, con la comprensione e trascrizione di un catasto del 1280, scritto con la stessa tecnica del Codice 338, non era stato così inutile, tanti anni fa! Questo scatto sembra un Caravaggio…

In questi giorni intensi l’altra grande emozione è stata conoscere dal vivo le storie, il carattere, i sogni e la missione particolare di ciascuno: Arouna e i suoi racconti, che mi hanno ricordato gli amici di quella zona di Africa che ho conosciuto e accompagnato anni fa con la scuola di italiano, ma visti dallo sguardo di questo ragazzo che ha voglia di lottare per il suo popolo ricattato dalla crisi climatica; Cacique Dadà, con la missione di custodire la madre Terra, raccontata tante volte dal nostro frei Carlos, parroco brasiliano del Santuario della Spogliazione, cosciente che il suo ruolo di capo indigeno gli vale, in quelle terre, il rischio della vita; Ridhima e l’impegno di una giovane che cerca di dare voce alla speranza, con gli occhi di una coetanea dei miei figli; Greg e Robin e la loro competenza di biologi marini e sui temi del clima, che hanno reso, anche durante le cene a tardissima ora, molto affascinanti i racconti sul mare e sul lavoro che svolgono quotidianamente.

Il ruolo di Lorna Gold, in tutto il processo e nella trama del film, è stato fondamentale. Senza di lei, e di tutto ciò che rappresenta nel suo importante ruolo nel Movimento Laudato Si’, avremmo rischiato di fermarci al racconto di storie e condivisione di riflessioni di alto profilo. Invece lei ha messo cuore, ha reso protagonista del film ciascuno di voi che lo guarderà, perché ciascuno di noi è il destinatario di questa lettera. Non da solo, ma a fianco di fratelli e sorelle uniti dagli stessi desideri e dalla stessa missione, prenderci cura della nostra casa comune.

Quei giorni molto intensi di riprese, in cui siamo riusciti a conoscerci, a fare amicizia e a vivere momenti di gioia, conclusi con una bella partita a pallone durante uno stupendo tramonto sulla piazza di Santa Chiara, in cui sono stati coinvolti anche passanti e pellegrini. Era un momento di stanchezza e di liberazione, dopo le forti emozioni che avevamo provato all’eremo delle carceri, quando i protagonisti erano tutti insieme in una cappella esterna, a condividere il dolore di Arouna. Non c’era nessun copione da seguire, in quella condivisione, ma tutto è nato in maniera spontanea, e la grazia di Dio ha voluto che ci fosse in quel momento la videocamera di Nicolas a fissare quel dialogo.

Sia in Vaticano che ad Assisi abbiamo potuto contare su un supporto incredibile. Dal Dicastero per la promozione dello sviluppo umano e integrale ai frati del Sacro Convento, dal Dicastero della Comunicazione fino ai Frati Minori, dal Santuario della Spogliazione che ci ha consentito l’uso esclusivo della chiesetta di Santo Stefano, alla possibilità di muoverci nel Palazzo Apostolico. Ogni momento, ogni ripresa, ogni scorcio sono stati vissuti con stupore e come una grazia indescrivibile.

A settembre, nel pieno di Tempo del Creato, eravamo solo a metà dell’opera! C’era da assemblare tutto, lavoro difficilissimo per la grandissima quantità di materiale raccolto in tre anni di riprese, in varie parti del mondo. Diciamo che gli amici di OffTheFence non sono tipi da “buona la prima”! E quindi a novembre, grande emozione, poter vedere il primo rough cut, dopo che durante le riprese un mese prima avevamo potuto vedere alcuni assaggi. E qui il grande lavoro, dietro le quinte, insieme ai membri del Movimento Laudato Si’. Commovente soprattutto l’impegno di Reba Elliot per questo progetto, affiancata proprio in questo periodo da Carrie Watson per sviluppare, insieme al team, tutti gli strumenti che adesso ci consentono di promuovere questa opera in varie parti del mondo.

Ciliegina sulla torta il 4 ottobre, festa di San Francesco. Il grande lavoro di preparazione della prima mondiale in Vaticano, anticipata dalla partecipazione di Arouna e Ridhima all’incontro con gli ambasciatori nella casina Pio IV che abbiamo vissuto come momento di impegno pubblico del Vaticano alla presenza di due giovani attivi sui temi della casa comune, e di un intero movimento mondiale impegnato per la cura della casa comune. Molti di questi ambasciatori hanno poi partecipato alla proiezione del film nell’aula del Sinodo a palazzo Nervi. Lavoro di preparazione che ha visto in prima linea l’ufficio comunicazioni del Movimento Laudato Si’. Non sono mai abbastanza le parole di gratitudine per tutto l’immenso lavoro dietro le quinte per consentire, sul web come sui social, a tutti noi di poter comunicare e usufruire dei materiali che vengono prodotti. Dietro c’è un gioco di squadra notevole, reso possibile dalla passione e dalla professionalità di Gabriel López Santamaria, di Domenica Reyes e di tutto il suo staff.

È stato proprio bello rivedere tutti, ritrovarci dopo un anno a celebrare un passaggio di testimone. Dal loro lavoro, al lavoro che attende adesso tutti noi! Penso proprio che il Signore mi abbia fatto un dono grande. Vivere l’esperienza del film fin da quando abbiamo visto sbocciare i primi germogli, e proseguire il cammino vedendo i frutti coltivati con cura da ciascuno di voi!

Vi ringraziamo per il vostro impegno in tutta Italia e nel mondo, in questi mesi, per promuovere il film organizzando proiezioni comunitarie. E se non lo avete ancora fatto, vi invitiamo a seguire le istruzioni per organizzare i vostri eventi.

Preparate i pop corn e buona visione!

Laudato si’!