Oggi è la Giornata della memoria, e tutti siamo chiamati a fare memoria della tragedia dell’olocausto, dei lager e delle atroci morti che ci sono state in questi luoghi. Come è stato possibile tutto ciò? Come è riuscito, l’uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio, a spingersi a questo livello di cattiveria? Guardiamoci attorno e cerchiamo di vivere la nostra “giornata della memoria” nella quotidianità, attualizzata per le situazioni del “grido dei poveri” che ci assale nei nostri territori ed in tutto il mondo. Non possiamo girarci dall’altra parte per quanto succede nel mediterraneo, in Afghanistan, in Siria, nella Libia, sul confine tra la Bielorussia e la Polonia, sul confine tra Italia e Francia. Per quanto succede al confine tra Messico e USA, e in tanti luoghi del mondo, dall’Africa al sud America, dall’Asia ai luoghi che non fanno neppure notizia. Questi sono “lager diffusi” per migranti, ma sempre luoghi di sofferenza e morte, come lo erano per gli ebrei durante la seconda guerra mondiale, dove gli impedimenti per la libertà sono il filo spinato, ma anche l’egoismo e l’indifferenza delle nazioni e dei popoli. Si legge la speranza dei migranti negli occhi dei bambini che hanno il sogno di una vita normale, ma ora conoscono solo il freddo, il fango e la fame. Quegli occhi che vediamo nelle foto in bianco e nero, in cui nostri fratelli ebrei sono stati trattati in maniera disumana, occhi per i quali tutti noi abbiamo il dovere di non dimenticare, proprio per non rifare gli stessi errori.

Per questa Giornata della memoria, vogliamo condividere i pensieri dei Circoli Laudato Si’ italiani, che hanno voluto raccogliere spunti di riflessione sul senso di questa memoria, attualizzandola e consegnandola a voi, per provare a dare risposte e spunti di azione alle domande di senso che, riascoltando le storie dell’olocausto, inquietano il nostro presente.

“Sei sempre tu, l’Uomo deriso e crocefisso, ovunque si soffre.
Nel pianto, negli occhi sbarrati sul vuoto o chiusi per difesa, sei tu l’Uomo.
Dai lager e gulag d’ogni tempo, interroghi le coscienze su cui è scesa la notte.
Interessi e indifferenza ci rendono complici di quanti schiavizzano l’uomo.
Vieni, Uomo del dono, sveglia questa coscienza assopita
e rendici speranza per gli addolorati del mondo” (Nunzio Marotti – Circolo LS di Elba).

“Dov’è Abele, tuo fratello?” Dagli albori della storia dell’uomo, questa è la domanda. Tutto si gioca su questa domanda e sulla mia risposta. Per i lager nazisti ho l’alibi inattaccabile di non essere vissuta a quei tempi. Ma per i lager di questi nostri giorni, per le solitudini che i miei occhi conoscono, per le fragilità, i dolori inconsolati, quale alibi potrò addurre? Io sono la custode di mio fratello!” (Maristella Morri – Circolo LS di Busto Arsizio Gallarate).

“Guardando le immagini drammatiche dei migranti, al dolore subentra la rabbia, perché da anni forze politiche contrapposte si limitano a scontrarsi anche ferocemente, ma non si adoperano concretamente per aggiornare la legislazione in vista dell’accoglienza e dell’integrazione di queste persone, peraltro necessarie a coprire posti di lavoro indispensabili alla crescita di molte attività produttive” (Anna Maria Facchini – Circolo LS di Desenzano).

“Ci sono lager interiori che portano le persone ad isolarsi sempre di più e ad emettere comportamenti conflittuali verso altre persone, soprattutto se viste come diverse, per idee, sesso, razza o religione. Occorre fare memoria della bellezza delle relazioni familiari, affettive, sociali, culturali e ricostruirle nonostante il bombardamento di visioni conflittuali e la sensazione che non ci sia più uno spazio per il bene comune, in cui c’è anche il mio/nostro bene” (Edoardo Barbarossa – Circolo LS di Modica)

“La coscienza parla e si indigna di fronte alle immagini dei profughi e dei poveri tutti. Poi uno zoom sugli occhi di quei bambini. Ecco, immagina il volto di tuo figlio su quelle spalle, guarda la donna infagottata e pensa a tua madre di punto in bianco costretta a scappare dalla sua casa; guarda il giovane che non possiede il suo tempo, il volto solcato di quell’uomo. Lui, che voleva essere il sostentamento della famiglia, non riesce a guadagnarsi il pane per essa. In quella povertà è l’uomo, in abbandono nonostante la consapevolezza che Dio, anche per lui è Amore. L’indignazione diventi allora partecipazione in grado di muovere l’anima del mondo” (Annamaria Bozzi – Circolo LS di Montottone).

“Il progresso tecnologico e lo sviluppo economico dell’umanità è stato possibile per mezzo della schiavitù!! Una verità storica che attraversa anche le nazioni cosiddette cristiane. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è un evento che dà speranza, ma schiavitù moderne come caporalato, prostituzione, matrimonio combinato, bambini soldato e il loro impiego nelle miniere di coltan etc, dimostrano che la memoria storica è lontana da essere interiorizzata!” (Leonardo Nale – Circolo LS di S. Giov. Arno)

“Oggi i poveri vivono? Come vivono? Come li trattiamo? Come dimostriamo che vogliamo bene a loro e vogliamo aiutarli? Il 27 gennaio 1945 l’Armata Rossa scopriva le atrocità di Auschwitz, e guardando le immagini dei lager di oggi, dalle nostre strade ai barconi e alle tende nei boschi tra la neve, mi vengono solo domande! Vorrei fare di più per queste mamme, questi bambini, questi genitori, immaginiamo Cristo in questi poveri! Cristo ci ama, esattamente come fanno loro. Esattamente come dovremmo fare noi, fidandoci” (Angelica Dieli – Circolo LS di Assisi).

“Il Signore disse: Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze.Ora dunque il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto l’oppressione con cui gli Egiziani li tormentano. (Es 3) Chi di noi trovandosi oppresso, magari ingiustamente recluso, non vorrebbe che almeno un piccolo resto, rimasto immune dal terribile morbo dell’indifferenza, venisse in suo soccorso a liberarlo? Le distanze date dall’enormità del problema dovrebbero essere niente se abbiamo fatto nostro l’invito del Padre sul Tabor e quello di Maria a Cana, ascoltatelo. Ecco oggi noi dobbiamo essere questa risposta per il bisogno di libertà di questi fratelli, non altri. Altrimenti anche noi siamo rinchiusi nei nostri lager facendo finta di essere liberi” (Marco Corona – Circolo LS di Badesi).

“Famiglie smembrate: figli staccati dai genitori con gli occhi piangenti, vestiti sporchi; hanno corpi stremati dal freddo. Vagano in fuga dalla persecuzione, dalle guerre. Sono i figli di tutti; vittime della chiusura delle frontiere, dei fili spinati: le nuove trincee. Chiedono disperatamente un aiuto sincero per se stessi, per i propri genitori. Vagano con il cuore lacerato dall’egoismo dei potenti: non voltiamo lo sguardo!” (Maria Cristina De Pascalis – Circolo LS di Lecce)

“Al CAMS (Centro Accoglienza Migranti Stagionali) di Palazzo S.Gervasio (Pz) gravitano fratelli, uomini disperati, con le loro speranze e l’illusione di riscatto. Il fatiscente capannone trasuda la presenza di 300 e più anime di un popolo invisibile che lavora nei campi umile, paziente, sfruttato, ogni giorno, tutti i giorni, pur di assicurarsi la sopravvivenza a chi li attende nelle terre lontane. Quel freddo dormitorio racconta di una stanchezza mai lenita dal poco tempo, tra l’alba e il tramonto, che li separa da un nuovo giorno di lavoro. Quel che resta è la dignità di questi fratelli la cui umanità non deve e non può essere a noi straniera”. (Matilde Calandrelli – Circolo LS Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa)

“Ci dimentichiamo spesso che al posto di coloro che vivono nei più svariati e attuali lager ci potremmo trovare anche noi, o forse li abbiamo vissuti ma ci siamo già dimenticati o li stiamo vivendo ma senza la grazia illuminante! Quanti corpi inghiottiti dal mare per un viaggio di speranza, quanti corpi straziati dalle guerre, dal freddo, dalla fame, quante violenze, quante mani protese per chiedere aiuto, quante grida. E la pandemia? Perché tutto questo? Forse Dio ha chiuso il cielo? Un silenzio assordante. Possa interrogarci questo silenzio di Dio, quella risposta mancata come provocazione per mettere in dubbio le nostre ipocrisie, le nostre false convinzioni, i nostri egoismi. Forse Dio ci sta dicendo basta? Basta di rimanere indifferenti di fronte a così tanta disumanità: “porgi la mano al prossimo, tanti leger nei cuori scompariranno perché sentirai di nuovo la mia voce!” (Sonia Neri – Circolo LS di Perugia)

“Che cosa ha permesso di resistere ieri nei ghetti, nei lager, nei campi di rieducazione, e permette a tanti di resistere oggi nelle terribili traversate di deserto, mare o montagne, nei patimenti e nelle violenze delle “terre di mezzo” fra opposti confini chiusi? Solo la speranza di un domani migliore almeno per i figli. La nostra indifferenza causa loro la povertà peggiore, uccidendo la speranza” (Anna Maria Bianchi – Circolo LS di Valsarmento).

“Papa Francesco accosta il dramma dei migranti di Betlemme, la Sacra Famiglia, a quelli di tanti migranti di oggi: «Nei passi di Giuseppe e Maria si nascondono tanti passi. Vediamo le orme di intere famiglie che oggi si vedono obbligate a partire. Vediamo le orme di milioni di persone che non scelgono di andarsene ma che sono obbligate a separarsi dai loro cari, sono espulsi dalla loro terra. In molti casi questa partenza è carica di speranza, carica di futuro; in molti altri, questa partenza ha un nome solo: sopravvivenza. Sopravvivere agli Erode di turno che per imporre il loro potere e accrescere le loro ricchezze non hanno alcun problema a versare sangue innocente” (Cristina Veroni – Circolo LS di Reggio Emilia).

“Donne e uomini di ogni tempo, “quando il cuore non vuole capire, allora si fa precedere dalla ragione che assai di rado capisce le ragioni che solo il cuore può capire” (P. Mazzolari). Ecco siete stati creati per far convivere dentro di voi cuore e ragione. Battetevi per la libertà, le buone relazioni, le leggi giuste, il diritto al lavoro, il creato e per la convivenza pacifica dei popoli. “Quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste cose, diranno: questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente (Dt 4,6)” (Nunziata Toscano – Circolo LS di Bronte).

“Stamattina il primo pensiero è stato per tutta quella gente dimenticata della rotta balcanica, che ho immaginando sotto la neve. Profughi che vedono così aumentare la propria fatica esistenziale. Io mi guardo attorno, termosifoni caldi. Poi alzo le tende della finestra e la neve scende silenziosa. Ed io rimango lì a guardarla mentre scende ridendo, gentile come sempre. Attorno c’è un grande silenzio, non c’è nessuno in giro e allora per trovare un essere umano vado Sant’Albino. Per vedere se neve e religione si possono mischiare insieme, per generare una risposta al mistero del divino” (Adriano Arlenghi – Circolo LS di Mortara).

“I passi dei migranti arano la geografia del lager della fraternità di oggi. La risposta della forza vitale dell’uomo a un sistema che idolatra il denaro e il profitto, che obbliga a uccidere e opprimere il fratello al suo interno è il lager che continua a esistere ancora oggi (Stefano Bianco – Circolo LS di Romito).

“Quanti lager ci sono intorno a noi, non di quelle realtà che abbiamo conosciuto dalle fonti storiche e di quelle che ancora continuano ad esserci in tante parti del mondo e che fanno indignare noi che ci crediamo al sicuro nelle nostre case. Ecco le case sicure delle famiglie cosiddette perbene che vivono chiuse in se stesse, che non dialogano fra loro e tantomeno con i vicini e i parenti. Che pena vedere queste persone avvitate intorno al proprio corpo, alla propria testa convinte di essere nel giusto quando quella che hanno è solo paura. Una paura che è respingimento degli altri, che può creare i lager dell’orrore” (Assunta Lupo – Circolo LS di Palermo)

“Conosciamo le storie dei migranti, circa 80 al giorno che transitano da Oulx assistiti al “Rifugio Massi” per andare in Francia e li guida se non la fede, la speranza di una vita più umana. Sono in viaggio da anni ed i bambini sono cresciuti in questa situazione migratoria. Non li ferma nessun ostacolo né burocratico né fisico, resistono a tutto. Hanno anche loro una stella cometa: quella della sopravvivenza ed una vita degna per loro e le loro famiglie. Non occupandocene stiamo negando loro tutte queste cose. Come fare? Abbiamo come bussola sociale la Laudato Si. Cerchiamo di darle attuazione con preghiere ed azioni. Guardiamoci attorno e scopriamo le povertà sociali e morali che ci interrogano e pensiamo come intervenire. Siamo un Movimento Mondiale e cerchiamo di capire come poter fare con le nostre organizzazioni anche europee vicine a queste situazioni migratorie, dove le persone subiscono soprusi, torture, non accettabili per le nostre coscienze di credenti. Facciamo sentire la nostra attenzione ed il nostro amore, possibilmente con luoghi di accoglienza. In Bielorussia i migranti sono accolti dalla natura nei boschi. La Giornata della Memoria per noi del Movimento Laudato Si’, abbia anche un significato di ricordo ed azione costante per le attuali povertà e morti nel mondo, in spirito di fratellanza” (Paolo Anselmo – Circolo LS di Vallesusa).

Una voce di speranza, in questa giornata della memoria che, come ogni anno e ogni volta che pensiamo alle atrocità vissute dal popolo ebraico durante la seconda guerra mondiale, crea un gelido squarcio nel cuore di ognuno di noi. Un gelo in cui sembra non esserci la voce di Dio. E invece la sua voce è presente, sussurra quasi, e si fa strada dentro tante storie, forse mai raccontate, di umanità, di calore, di compassione vera. Grande gratitudine va a chi racconta le ingiustizie e i lager di oggi, da Nello Scavo a Lucia Capuzzi, e a tutti i giornalisti che si spingono, oltre la loro sicurezza personale, per dare voce al grido della terra e dei poveri. Grande gratitudine a chi si impegna, ogni giorno, ad ascoltare queste piaghe dei più poveri, dalla Comunità di Sant’Egidio al Rifugio Massi dove operano, insieme a tante realtà locali, anche i nostri Animatori Laudato Si’. Piccoli segni, gesti che cercano di essere risposte alle domande che oggi, giornata della memoria, per essere più umani di quanto il male cerca di farci dimenticare.

«Amo così tanto gli altri perché amo in ognuno un pezzetto di Te, mio Dio. Ti cerco in tutti gli uomini e spesso trovo in loro qualcosa di Te. E cerco di disseppellirTi dal loro cuore, mio Dio» (Hetty Hillesum).