Credito: Cathopic. Zulia, Venezuela
Febbraio 2022
Intenzione mensile
“Quando pensiamo alla situazione in cui si lascia il pianeta alle future generazioni, entriamo in un’altra logica, quella del dono gratuito che riceviamo e comunichiamo.” (LS 159).
Mentre continuiamo ad iniziare il nuovo anno pieno di opportunità per prenderci cura della nostra casa comune, chiediamo al nostro Dio Creatore di aiutarci a superare le resistenze, le vecchie e stanche scuse e di aiutarci a guardare ciò che ci circonda con occhi nuovi, che aiutano ad osservare il mondo con gentilezza e amore che, troppo spesso, possono scomparire nella nostra vita quotidiana. Questo mese, continuiamo consapevolmente a risanare noi stessi e i nostri sguardi mentre cerchiamo un ulteriore cambiamento e impegno nel modo in cui realizziamo la volontà di Dio in tutto il creato.
Che merito ne avrai?
“Gesù ci ha ricordato che abbiamo Dio come nostro Padre comune e che questo ci rende fratelli. L’amore fraterno può solo essere gratuito, non può mai essere un compenso per ciò che un altro realizza, né un anticipo per quanto speriamo che faccia. Per questo è possibile amare i nemici”. (LS 228).
“Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano.” (Luca 6, 27-28).
di María de los Ángeles Casafus Carrillo
Consulente Spirituale del Movimento Laudato Si’
Gesù si rivolge ai suoi discepoli per insegnarci l’importanza dell’amore: «Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano» (Lc 6 ,27-28).
Gesù continua: «Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso» (Lc 6,32).
Forse oggi possiamo riflettere sul nostro agire quotidiano alla luce di queste parole: se facciamo il meno possibile, se facciamo solo quello che ci si spetta, se i nostri lavori sono fatti per inerzia, e le nostre mani non sono coerenti con il nostro cuore, cioè se le nostre azioni non sono fatte con amore, che merito ne avremo?
Il Signore ci dice: «Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi» (Lc 6,35). Sappiamo che non è facile amare il nemico, ma è possibile. Ricordiamo quanto esprime papa Francesco nella Laudato si’:
“La cura per la natura è parte di uno stile di vita che implica capacità di vivere insieme e di comunione. Gesù ci ha ricordato che abbiamo Dio come nostro Padre comune e che questo ci rende fratelli. L’amore fraterno può solo essere gratuito, non può mai essere un compenso per ciò che un altro realizza, né un anticipo per quanto speriamo che faccia. Per questo è possibile amare i nemici. Questa stessa gratuità ci porta ad amare e accettare il vento, il sole o le nubi, benché non si sottomettano al nostro controllo. Per questo possiamo parlare di una fraternità universale.” (LS 228).
Quindi è l’amore che dà senso alle nostre azioni, sentendoci fratelli e sorelle del prossimo. L’amore ci permette di costruire insieme il regno di Dio, soprattutto in questo tempo in cui noi come Chiesa siamo chiamati alla sinodalità, cioè a camminare insieme. Ora bisogna riconoscere l’altro, amare l’altro e riscoprire il Creatore presente in tutti.
Dobbiamo ritrovare la convinzione che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilità condivisa per gli altri e per il mondo, e che vale la pena essere buoni e onesti. Ne abbiamo abbastanza dell’immoralità e della presa in giro dell’etica, della bontà, della fede e dell’onestà. È tempo di riconoscere che la superficialità spensierata non ci ha fatto bene.
“Tale distruzione di ogni fondamento della vita sociale finisce col metterci l’uno contro l’altro per difendere i propri interessi, provoca il sorgere di nuove forme di violenza e crudeltà e impedisce lo sviluppo di una vera cultura della cura dell’ambiente.” (LS 229).
In questo senso, riconoscermi sorella o fratello di tutti mi rende consapevole del luogo in cui vivo, della casa comune, che è espressione dell’amore creatore di Dio, che tutto provvede per il nostro benessere. Essendo più consapevole di ciò, riconosco anche di essere corresponsabile del benessere di tutti e di tutto, e che devo superare il mio egoismo e impegnarmi ad agire per la nostra casa comune, il più grande impegno che posso assumere.
Il testo su cui riflettiamo si conclude con una potente riflessione: «Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro» (Lc 6,36). Siamo chiamati ad amare fino all’estremo e, se possibile un po’ di più, a fare le cose pensando al bene comune, a curare il creato e a scoprire che è l’amore la forza capace di cambiare il mondo.
Spunti per la riflessione:
- Quali azioni concrete posso intraprendere per contribuire alla fraternità universale?
- Come posso essere corresponsabile della cura della nostra casa comune?