di Silvia Paolini, animatrice LaudatoSi’ e titolare dell’Azienda Agricola CASA – centro per l’agricoltura sociale e l’agroecologia, con cui cerca di mettere in pratica un’agricoltura sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Nata dall’ispirazione dell’Enciclica Laudato Si’, il percorso di vita e lavoro di CASA interseca le tematiche dell’Enciclica Fratelli Tutti e dell’Economy of Francesco
Il tema proposto per celebrare il Tempo del Creato dell’anno scorso è stato l’OIKOS, la Tenda di Abramo, la nostra Casa Comune, simbolo pieno di significati umani, ambientali ed economici, giacché dalla parola greca Oikos (casa) deriva, oltre alla parola “ecologia”, anche l’economia, letteralmente intesa come la gestione della nostra casa comune.
Che la crisi ambientale attuale sia legata ad una crisi di valori, espressa da una pessima gestione economica incentrata su sfruttamento e profitto è sempre più evidente e drammatico; la ricostruzione di una Oikos alla cui base ci siano valori umani ed etici, espressi a loro volta da un’economia basata su collaborazione e reciprocità, è il principale impegno che dobbiamo assumere per poter sperare di rimediare ai danni ambientali causati dall’economia del capitale, del consumo, dello sfruttamento.
Questi i temi su cui il Tempo del Creato ha invitato la Comunità ecumenica mondiale a riflettere nel corso di un mese, dal 1 settembre, giornata mondiale del creato, al 4 ottobre, festa di San Francesco da Assisi. Questo il tema a cui abbiamo voluto contribuire come Circolo Laudato Si’ e come Azienda Agricola CASA con la nostra peculiarità “agricola”, che ci ha fatto allestire una “Oikos che (speriamo) cresca”.
Abbiamo infatti allestito una Tenda di Abramo fatta di semplici canne da orto, alla cui base abbiamo seminato dei fagioli che, crescendo, ne dovrebbero costituire le pareti viventi. Di seguito trovate tutte le info ed i dettagli per replicare la “Oikos che cresce”.
Per erigere la Tenda di Abramo abbiamo scelto il punto peggiore del nostro campo, quello in cui è più evidente e forte il “grido della Terra”, che soffre per il male causato dal nostro pessimo comportamento. Lavorando per la prima volta questo punto del campo, sono infatti emersi rifiuti databili agli anni ’70: plastica, vetro, metallo effigi del boom economico che erano stati semplicemente sepolti da un Homo sapiens che, nella sua supponenza e ignoranza, non aveva idea non fossero biodegradabili. La terra in questo campo è terra di risulta delle attività umane, non è più ricca di vita microbiologica ed occorrerà un lavoro di bonifica e rigenerazione ingente. Su questo lembo di terra non produrremo certo cibo finché non sarà opportunamente bonificato, ma è sicuramente il luogo più istruttivo in cui erigere la Oikos.
Questa simbologia ci permette infatti di affrontare vari temi:
1) Basta un mese di riflessione per cambiare le cose? Sicuramente NO, non basta, come non bastano le buone intenzioni da sole. Dopo un mese la Oikos è ancora scarna, vuota, poco accogliente. Un mese è però un tempo sufficiente a far germogliare un seme, un seme di speranza, di conversione, di presa di coscienza che nasce dalla contemplazione dello stato attuale della Tenda di Abramo e dal desiderio di agire per cambiare le cose. Solo se questo tempo di contemplazione e riflessione ha fatto germogliare in noi questo seme, allora c’è davvero speranza per un futuro diverso.
2) La scarna Oikos eretta sul pessimo terreno pieno di rifiuti, dà corpo e forma ad una seconda domanda: è possibile coltivare una nuova Oikos sulle macerie del consumismo? Perché è questo che siamo chiamati a fare: trovare la via per rigenerare la nostra Casa Comune partendo da un substrato esausto. L’agroecologia che pratichiamo a CASA ci insegna che è possibile, purché vengano rivitalizzate e nutrite le relazioni e le cooperazioni tra i viventi. Oltre al messaggio della Laudato Si’ dobbiamo dare spazio anche al messaggio della Fratelli Tutti, per poter sperare di cambiare le cose. Simbolo di questa rivitalizzazione è il compost che abbiamo applicato al suolo alla base della Oikos, simbolo e mezzo di rigenerazione, fermento e fonte di Humus necessario tanto al suolo che alla comunità umana. La prima volta che come CASA abbiamo celebrato il Tempo del Creato, nel 2017, è stato proprio con un evento sul “compostaggio sociale” necessario a generare una conversione ecologica e sociale nelle nostre comunità.
3) Siamo in ritardo: abbiamo seminato fagioli perché il tema del cibo ci è caro, e perché i fagioli, in quanto legumi, sono piante molto utili alla rigenerazione del suolo; ma lo abbiamo fatto sapendo che era un po’ tardi. Prendere atto del fatto che siamo in ritardo sulla cura della Casa Comune è molto importante, non c’è più tempo da perdere, non ce lo possiamo permettere. E la Oikos che non è cresciuta adeguatamente in questo periodo ci deve essere da monito!
4) Contemplando oggi la Tenda di Abramo, che durante l’inverno è ancora scarna e desolata, viene da riflettere sia sulla necessità di maggiore Cura per essa da parte nostra che di Fede nella Provvidenza che può agire anche dove noi non possiamo. La dimensione della Preghiera in questo è parte della riflessione.
Speriamo che il Tempo del Creato e le tante Oikos allestite in molti luoghi abbiano fatto germogliare i semi di speranza necessari a darci determinazione ad agire per ricostruire insieme una Oikos che trovi radice salda e nutrimento in valori che per troppo tempo sono stati sacrificati sull’altare del profitto e dell’egoismo. Crescerà la nuova Oikos?
Consigli utili per realizzare una “Oikos che cresce”
Ecco di seguito alcuni semplici consigli, se avete desiderio nel vostro orto di realizzare la tenda vivente.
1) Tracciare il perimetro della tenda creando un compasso con paletto centrale, corda della lunghezza desiderata, pala per scavare il perimetro
2) nel solco porre compost o altro ammendante disponibile (noi abbiamo usato il compost autoprodotto con gli scarti vegetali dei nostri campi)
3) scegliere canne da orto abbastanza lunghe per costruire un riparo, in numero sufficiente per delimitare la capanna e legarle in cima
4) sollevare il mucchio di canne e disporle in forma di capanna (meglio fare questo lavoro in due o piú persone)
5) stabilizzare le canne conficcandole bene nel solco predisposto
6) seminare le piante scelte nel solco e ricoprirle con la terra.
È possibile scegliere diverse piante rampicanti, da fiore o da frutto. Noi abbiamo scelto dei fagioli. Annaffiare e… attendere la crescita.
Per chi non dispone di terra, ma ha spazio sufficiente in un cortile o terrazzo, è possibile utilizzare dei vasi capienti in cui porre una canna inclinata (in modo da poterla legare in cima con le altre) e 3-4 semi.
Vi invitiamo con gioia a replicare questa esperienza, come spunto di riflessione sui temi dell’ecologia integrale presenti nell’enciclica Laudato Si’