Domenica 5 febbraio

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

Mt 5,13-16

Prosegue il cammino sui passi della parola della domenica, che dalla settimana scorsa ci presenta il discorso della montagna. Oggi i versetti proseguono quelli celebri delle beatitudini, e in qualche modo si possono comprendere solo nel contesto del discorso iniziale. Anzi, ci aiutano a comprendere meglio l’ultima beatitudine che viene presentata da Gesù, quella rivolta esplicitamente ai suoi discepoli, alla nostra amata chiesa. La beatitudine forse più drammatica, perché ci interroga, ancora oggi, sul senso del nostro cammino dietro Cristo.

Due immagini molto chiare vengono offerte da Gesù: il sale e la luce. Come nel caso delle otto beatitudini, anche in questo caso prosegue un po’ l’autoritratto di Gesù, è lui anzitutto che è sale, che da sapore alla nostra vita, è lui inoltre che è luce, che illumina le tenebre del nostro cuore. La beatitudine del discepolo è vivere su di sé ciò che prima ha vissuto Gesù, allo stesso modo il suo essere “sale” e “luce” ha senso solo nell’adesione e nell’imitazione di Cristo. Sale e luce, due immagini molto belle tratte dal creato, ci stimolano a contemplare ciò che di più familiare abbiamo intorno a noi, e a trarre spunto per una vera conversione del cuore.

(Foto di Maddy Freddie: https://www.pexels.com)

“Voi siete il sale della terra”, ciascuno di noi è sale della terra nel momento in cui si avvicina sinceramente a Gesù. Noi possiamo avere “il sapore di Dio”. Questo perché è anzitutto lui ha il sapore di Dio, ne porta sulla terra la fragranza, il gusto. Che bello che scelga una immagine tratta dai fornelli, un richiamo alle nostre case, alle nostre mamme e nonne che dosano con sapienza il sale. 

Il sale ha un solo scopo, dare sapore, sennò è un pezzo di pietra insipido. Ecco che lo scopo del discepolo è quindi portare sapore, non affievolire la vicinanza a Dio, e anzi portarla agli altri, condividerla. “Con che cosa lo si renderà salato?” ci chiede allora il maestro. Solo Dio rende salato un pezzo di pietra, un minerale destinato a essere frantumato e a insaporire ciò che ci nutre.

Il ruolo centrale di Dio è ribadito allo stesso modo nella seconda immagine: “Voi siete la luce del mondo”. Sia il sale, che la luce, hanno la loro missione nel mondo, nella nostra mamma terra. E anche la luce può arrivare solo da una parte, solo da Dio, e noi abbiamo il compito di accoglierla e diffonderla. Come fa fratello sole, che ci illumina attraverso la luce di Dio, come dice Francesco nel Cantico “e allumeni noi per lui” (e ci illumini attraverso di lui, attraverso il sole). 

Il sale e la luce non sono autoreferenziali, ma hanno senso solo nella relazione. Nessuno mangia solo il sale, ma è sempre al servizio del condimento di altri cibi, e la sua assenza o esagerata dosatura si sente! Ma da solo, il sale non fa nulla. Anche la luce, non crea la realtà, non la modifica, ma ci consente solo di poterla vedere meglio anche la luce entra in relazione con ciò che illumina. 

(Foto di Martins Krastins: https://www.pexels.com)

Il senso di queste due immagini di relazione molto belle è espresso dalla chiusura del brano, “perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli”. Essere sale ed essere luce in questo mondo che grida attraverso il creato e il povero, vuol dire vivere con opere concrete che aiutino i fratelli e le sorelle a lodare il Signore. In questo modo possiamo veramente avvicinare la terra al cielo.

Il Signore, in questa domenica, ci faccia il dono di essere sale e luce, facendo la volontà di Dio, come ci suggerisce San Francesco di Assisi: “Sia fatta la tua volontà, come in cielo e così in terra: affinché ti amiamo con tutto il cuore, sempre pensando a te; con tutta l’anima, sempre desiderando te; con tutta la mente, orientando a te tutte le nostre intenzioni e in ogni cosa cercando il tuo onore; e con tutte le nostre forze, spendendo tutte le nostre energie e sensibilità dell’anima e del corpo a servizio del tuo amore e non per altro; e affinché possiamo amare i nostri prossimi come noi stessi, trascinando tutti con ogni nostro potere al tuo amore, godendo dei beni altrui come dei nostri e dei mali soffrendo insieme con loro e non recando nessuna offesa a nessuno.” (FF 270).

Vi auguriamo di cuore buona domenica, accompagnati dalla parola del Signore! 

Laudato si’!

(Foto di Pembegül Dal: https://www.pexels.com)